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«Con la Gelmini pronti a trattare»

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.).Il lungo confronto di martedì scorso con il ministro Gelmini, se ha convinto le categorie di Cisl, Ugl e Snals a tornare sui propri passi, non ha dato sufficienti garanzie a Cgil e Uil che non hanno cambiato idea neanche alla luce di quanto concordato ieri tra il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e i presidenti degli enti di ricerca. Insomma nessun margine per recuperare la situazione? Il segretario generale della Uil Università e Ricerca, Alberto Civica spiega la situazione. «Da parte della Uil non c'è nessuna chiusura. Da dopo lo sciopero attendiamo una convocazione da parte del ministro Gelmini. I margini per riprendere la trattativa ci sono, eccome. Siamo pronti al dialogo, non c'è un atteggiamento di arroccamento su posizioni granitiche». Ma questo non si poteva fare prima per evitare lo sciopero? «Con la Gelmini abbiamo sottoscritto un documento dicendo che c'erano una serie di problemi. Il ministro ha risposto che si impegnava a fare una verifica. L'esito di questa verifica avrebbe determinato la decisione di disdire lo sciopero che rimaneva però confermato. Senza negare l'impegno che il ministro ha profuso in questa situazione era necessario avere un riscontro almeno 48 ore prima dello sciopero. Il riscontro non c'è stato. Solo nel pomeriggio sul tardi (ieri, ndr.) è arrivata una nota congiunta dei ministri Brunetta e Gelmini che accoglieva in modo parziale le nostre richieste sulla Ricerca». Cosa è mancato? «Manca tutta la parte dell'Università. Noi abbiamo chiesto la stabilizzazione dei precari che avevano già acquisito il diritto all'impiego. Brunetta e Gelmini si sono impegnati a sostenere tale esigenza nel corso dei prossimi interventi normativi. Non c'è certezza sui tempi. E poi resta in piedi il problema dei tagli». Non temete con questo sciopero di essere confusi con la Cgil che persegue la strategia dello scontro mentre la Cisl che ha revocato la mobilitazione, persegue il dialogo? «Ma che significa? Allora se avessimo revocato lo sciopero ci saremmo confusi con la Cisl, o no? Noi cerchiamo di stare sui temi e non buttarla in politica. Lo sciopero è un'azione che si persegue quando non si sono avute risposte. Con la Gelmini avevamo convenuto di tradurre in punti le richieste sindacali che poi dovevano essere verificate con Tremonti e Brunetta. La Cgil ha detto no anche a questo. Noi avevamo chiesto di avere una risposta entro giovedì per le ore 12, di avere qualcosa che impegnasse il governo. Questo non è avvenuto perchè il documento di Brunetta è arrivato tardi e dichiara una serie di intenti ma non è impegnativo». Eppure questo è bastato alla Cisl per revocare lo sciopero, non a voi come mai? «Non c'era niente di concreto. Quanto alla decisione della Cisl è un problema loro. E poi non ho avuto nessuna convocazione da parte del ministro e la nota congiunta della Gelmini e di Brunetta l'ho appresa leggendo il sito della presidenza del Consiglio». L.D.P.

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