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Le proteste non fermano il decreto oggi il voto al Senato

Napoli

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Il governo ha un livello di consensi che ha raggiunto un «miracoloso 72%», è la premessa di Silvio Berlusconi. Tuttavia, aggiunge, «la vicenda della scuola ha portato a perdere qualche consenso al ministro Gelmini e al governo». Il premier si scaglia quindi contro l'opposizione: «Tutte le volte che c'è stato un cambiamento nella scuola, la sinistra ha sempre sostenuto le ragioni opposte alla riforma come quando si è passati dal maestro unico al maestro plurimo; anche allora la sinistra con i suoi giornali, La Repubblica e L'Unità in testa, fecero una battaglia violenta». «Mi trovo sempre di fronte ad affermazioni che sono esattamente il contrario del vero, ma sono assolutamente tranquillo perché uno può mentire per un po' ma non per sempre ed i genitori, tra un pò di tempo, si renderanno conto della bontà di questa riforma - conclude Berlusconi - che è diversa da quella descritta in alcuni volantini». Berlusconi risponde così all'opposizione alla vigilia del voto sul testo del ministro dell'Istruzione al Senato. E intanto ieri a Palazzo Madama è scoppiata la polemica. D urante il voto degli emendamenti l'oggetto che ha scatenato la bagarre è stato il tempo della seduta in Aula, con il centrosinistra a rallentare le votazioni e il presidente del Senato, Renato Schifani, a premere per accelerare i tempi. I senatori dell'Idv hanno alzato due cartelli in Aula («La chiamate istruzione ma create distruzione»; «L'istruzione costa? Provate con l'ignoranza»), mentre il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro ha rivendicato «il diritto dell'opposizione ad argomentare il voto degli emendamenti». Il dibattito è stato alimentato nuovamente anche dalle parole del segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, che chiede di fermare il decreto. Fuori Palazzo Madama, intanto, la protesta continua a montare. Ancora ieri molti studenti, genitori e docenti hanno puntato i piedi contro i provvesimenti al grido di: «La Gelmini non la vogliamo». Ieri erano circa diecimila, divisi in nove cortei. E la tensione è salita quando uno studente è stato fermato e poi rilasciato perché aveva tentato di scavalcare le transenne. Oggi è il giorno del voto al Senato, fuori il Palazzo il clima resterà caldo. In attesa dello sciopero totale della scuola e dell'università di domani.

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