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Il crollo non è finito

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Lo tsunami borsistico ieri ha avuto origine da Tokyo dove sono prevalse le preoccupazioni per la tenuta dell'economia. Un segnale di allarme è venuto dall'annuncio che la Mitsubishi Ufj financial group, prima banca giapponese, farà un aumento di capitale da 990 miliardi di yen (10,6 miliardi di dollari). A questo si sono aggiunte le parole del commissario agli Affari monetari della Ue Almunia che ha previsto l'allungamento delle turbolenze finanziarie per un altro anno. La giornata sui mercati mondiali si è aperta pesantemente, con una serie di crolli nelle borse asiatiche: Tokyo ha chiuso con l'indice Nikkei a -6,36%, sui minimi degli ultimi 26 anni, Shanghai ha lasciato sul terreno il 6,3%, Hong Kong il 12,7%. Sul mercato dei cambi, intanto, l'euro è sceso sotto quota 1,24 dollari, per la prima volta dal 26 aprile 2006. In Europa Parigi ha perso il 3,96%, Madrid il 4,11%, Londra lo 0,79%. A Milano l'indice Mibtel ha toccato un livello che non si vedeva da 11 anni, cioè da novembre 1997. Il Mibtel ha perso infatti il 3,5% e lo S&P/Mib il 3,9%. Sul listino milanese le vendite si sono abbattute in particolare sui bancari, a partire da Intesa SanPaolo (-10,1% a 2,36 euro) sospesa più volte al ribasso. A pesare un'indiscrezione del Wall street journal secondo il quale il consiglio di gestione in calendario oggi potrebbe affrontare il tema della revisione dei target. Il titolo è andato in picchiata, tra continue sospensioni al ribasso. Neanche la smentita della banca, che ha indicato peraltro che la revisione del piano triennale avverrà nel suo ultimo anno di validità, il 2009, ha riportato la calma. Sospensione al ribasso anche per Bpm (-10,2% a 4,15 euro). Stop al rialzo invece nel finale di seduta per le azioni Mps (-3,8% a 1,28 euro), nel giorno in cui l'azionista Romain Zaleski ha annunciato che per effetto dell'aumento di capitale dell'istituto la sua partecipazione si è diluita all'1,9% del capitale. Segno meno poi per UniCredit (-5% a 1,76 euro), al palo il Banco Popolare (+0,05% a 7,99 euro) e la collegata Banca Italease (-0,59% a 3,39 euro). Tra i titoli in luce Seat Pagine Gialle (+3,6% a 0,06 euro) e Bulgari (+1% a 6 euro), tutti congelati al rialzo in seguito alle virate in territorio positivo nel corso della giornata. Sopra la parità infine Mediaset (+3% a 4 euro), Luxottica (+2,3% a 14,55 euro), Saipem (+3% a 12,43 euro) e Prysmian (+0,19% a 9,19 euro). Dopo una partenza in deciso calo, arrivando a perdere il 7,2%, Telecom ha chiuso la seduta in calo del 2,9% a 0,83 euro, dopo essere stata sospesa per eccesso di rialzo nel pomeriggio quando il titolo ha riagguantato per qualche istante la parità. Il petrolio resta stabile sui 63 dollari al barile e i titoli del settore dell'energia si confermano in difficoltà anche in Piazza Affari: Eni ha ceduto alla fine lo 0,79% a 15,28 euro, mentre Enel ha fatto peggio cedendo il 4,9% a 4,83 euro. Sottotono anche Edison (-1,2% a 1 euro) e A2A (-2,7% a 1,3 euro).

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