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«Costruiamo qualcosa di nuovo, come fu a Bretton Woods, ...

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Berlusconi, Sarkozy, la Merkel e Brown, con accenti a volte parecchio diversi fra loro, hanno dato impressione di unità di intenti. Ognuno a modo suo, secondo la propria disponibilità e cultura, dovranno aiutare le banche perché nei conti correnti ci sono i soldi della gente. Questo per il presente. In futuro, però, si cambia registro, perché «di fronte a analoghe cause non si producano gli stessi effetti», ha puntualizzato Sarkozy. Mentre, per motivi diversi, Gordon Brown e Angela Merkel erano molto più prudenti, gli accenti più decisi e proiettati nel futuro sono venuti proprio dalla coppia Berlusconi-Sarkozy. Il cancelliere ha insistito sul fatto che «i privati debbono prendersi le loro responsabilità» così come è giusto che facciano gli stati, Brown ha sottoscritto la dichiarazione puntualizzando però che «tutto quello che possiamo fare lo stiamo già facendo». Diversi gli accenti sulla rotta Roma-Parigi, con Sarkozy a parlare di «rifondazione». Per Berlusconi, il più loquace e rilassato fra gli oratori, i risparmiatori europei «devono stare tranquilli» perché non siamo nel '29, servono nuove regole per la trasparenza e per le banche, addirittura sarebbe meglio «vietare» i prodotti finanziari troppo speculativi. Intervenendo a più risprese, il premier lancia un chiaro segnale di ottimismo: «L'Europa non corre i rischi degli Stati Uniti. Agli azionisti dico: state sereni». Mentre per quanto riguarda i parametri di Maastricht non può assicurare, in tempi di crici. Tuttavia Berlusconi ci tiene a sottolineare che quello di Parigi è solo «il primo passo». Servono «nuove regole per la trasparenza dei bilanci, gli investimenti bancari, i contratti e il rafforzamento dei controlli», scandisce il Cavaliere. Il premier, nel rassicurare, punta inoltre nel riportare «l'etica nella finanza» per far sì che sia in stretta relazione con l'economia reale (tema, questo sostenuto in prima linea dal ministro Giulio Tremonti). Da qui, l'imperativo alle banche di «sostenere l'economia reale», con una richiesta precisa alla Banca europea per gli investimenti (fatta anche dagli altri 3 Grandi) di aiuto alle piccole e medie impese. Insomma si deve ripartire dal lavoro, vero, e dalla produzione. Una linea che il G4 vuole porre alla base di una rinascita economica.

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