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L'Italia discute, l'Europa incarcera i clandestini

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L'immigrato extraeuropeo che varca i confini della penisola italiana senza un regolare permesso, se fermato viene portato in un Centro di permanenza temporanea (Cpt) in attesa dell'espulsione. Un provvedimento, ormai, sempre più difficile da attuare a causa del sopraffollamento dei Cpt. In sostituzione, il questore rilascia al clandestino un foglio in cui gli intima di allontanarsi dall'Italia entro cinque giorni. Ma, come dimostrano più casi, lo straniero irregolare resta in realtà in Italia speranzioso di non essere di nuovo «pizzicato» dalle forze dell'ordine. È anche per questo motivo che il Regno Unito ha introdotto il reato di immigrazione clandestina con l'Immigration Act nel 1971. Entro i confini governati da Sua Maestà commette reato lo straniero che faccia ingresso o rimanga nel territorio nazionale senza aver previamente ottenuto il permesso di soggiorno. Le pene previste, dopo la sentenza pronunciata con rito abbreviato, hanno natura sia pecunaria che detentiva e consistono nell'ammenda (una somma da pagare, ndr) e nella reclusione fino a sei mesi. Inoltre, se viene commesso un ulteriore reato, sono previste delle aggravanti. La normativa in materia è simile in Francia. L'immigrazione clandestina (disciplinata nel Libro VI, titolo II) prevede il carcere per un anno e una somma da pagare di 3750 euro. E la stessa pena è prevista per chi è in possesso di un visto d'ingresso scaduto. Oltre al carcere, il giudice francese può interdire l'ingresso o il soggiorno per un periodo non superiore a tre anni. Di conseguenza, il clandestino che ha finito di scontare la pena in carcere viene accompagnato alla frontiera. In seguito all'entrata in vigore della convenzione di Schegen, le stesse sanzioni sono disposte allo straniero che non ha rispettato le disposizioni del Trattatto, e in particolare se non ha documenti di viaggio, un visto o le risorse economiche per il proprio sostentamento. La Germania, invece, ha da poco (nel 2004) rinnovato la normativa con un pacchetto ad hoc. Nell'Aufenthaltsgesetz tedesco l'articolo 95 contiene le disposizioni sanzionatorie in caso di immigrazione clandestina. È previsto il carcere da un anno a un massimo di tre, oltre a una sanzione pecunaria. In particolare viene specificato che il massimo della pena è da attribuire allo straniero che già espulso, ricondotto alla frontiera o allontanato dal territorio, entri o soggiorni nuovamente nel Paese. Oppure, faccia dichiarazioni false o incomplete per procurarsi dei nuovi documenti. In ogni caso, il giudice ha la facoltà di disporre una pena pecunaria alternativa al carcere. Insomma, tre normative di tre Paesi pilastri dell'Unione europea applicano sanzioni maggiormente incisive, rispetto all'Italia, nel campo dell'immigrazione clandestina. L'unica nazione che si allinea al Belpaese è la Spagna di Zapatero, che nel suo codice non prevede il reato di clandestinità, ma ne punisce lo sfruttamento e il favoreggiamento. Fu Josè Maria Aznar, durante il suo secondo governo a inasprire le misure volte a contrastare la clandestinità. In particolare la Legge organica punisce ora con l'espulsione la permanenza irregolare nel territorio. Se quindi prima era considerata solo «l'entrata illegale», le nuove norme del leader populista prevedono l'espulsione tout court anche nei confronti di chi si trova irregolarmente nella penisola iberica.

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