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An punta i piedi: "Vogliamo il lavoro". Ma Berlusconi frena

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E la ferma presa di posizione di Alleanza nazionale sull'incarico alla guida del Welfare: dicastero che anche ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha rivendicato con forza per il suo partito. Il Cavaliere va avanti con cautela, non commenta la partita in corso per la definizione dell'Esecutivo. E, alle insistenze dei cronisti che lo intercettano allo Stadio di San Siro al termine del derby Milan- Inter, risponde con una battuta: «Non mischiamo il sacro con il profano», replica sorridendo, dopo aver risposto ad un fuoco di fila di domande sulla vittoria dei rossoneri. Entro mercoledì il premier in pectore potrebbe ricevere l'incarico dal Capo dello Stato e, al più tardi, sabato 10 maggio, dovrebbe giurare insieme ai suoi ministri nel Salone delle Feste del Quirinale. Marcello Pera è ormai considerato il prossimo Guardasigilli, mentre Elio Vito, uno dei candidati più accreditati alla Giustizia fino a qualche giorno fa, dovrebbe essere dirottato ai Rapporti con il Parlamento. L'ultima incognita rimane, quindi, quella del futuro titolare del Welfare. Un nodo ancora aperto che potrebbe portare, nel caso dovesse proseguire la situazione di stallo, ad uno spacchettamento che interesserebbe il Lavoro, la solidarietà sociale e la salute. Quello che però al momento è certo è che An non molla, anzi punta i piedi, nonostante si parli con insistenza, in ambienti parlamentari azzurri, di un incarico affidato a Maurizio Sacconi. Gianni Alemanno, a Domenica In, è esplicito: il partito di Gianfranco Fini «non è disponibile a rinunciare al Welfare» perché, aggiunge il neo sindaco di Roma, «abbiamo bisogno di un Governo equilibrato con una presenza di uomini di An». E sempre Alemanno candida l'ex sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano: «Di lui - spiega - ho una grande stima, è una ottima persona». Intervento che però mette in imbarazzo Forza Italia perché dalle parti del Cavaliere si chiedeva a che titolo Alemanno facesse quella richiesta: in quanto sindaco della Capitale o perché leader di An? E in imbarazzo ci finiva lo stesso partito di Fini che da tempo infatti il partito indica pubblicamente che è Andrea Ronchi il suo candidato. Passa qualche ora e arriva la precisazione: «Non ho avanzato alcuna candidatura al Welfare. Non sta a me - sottolinea Alemanno - entrare nel totoministri. È compito del presidente Berlusconi definire la squadra di governo da presentare al Capo dello Stato. Per quanto riguarda il Welfare, la candidatura espressa da Alleanza nazionale è quella del portavoce Andrea Ronchi». Il punto è che comunque An insiste per il terzo ministero. Oltre alle Infrastrutture (Matteoli) e alla Difesa (La Russa), il partito di via della Scrofa chiede il dicastero che comunque spettava ad Alemanno qualora avesse perso. E lo stesso primo cittadino faceva capire di aspettarsi un dicastero per la romana Giorgia Meloni, magari quello delle Politiche Giovanili visto che è ancora leader di Azione Giovani, e quello della Salute per Francesco Cognetti. Dopo i ministri, la battaglia sarà sui sottosegretari.

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