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E i Carc chiedono la liberazione dei terroristi in carcere

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Da Porta San Paolo a piazza Vittorio passando per il Campidoglio, alcune centinaia di esponenti dell'ultrasinistra hanno sfilato per le vie di Roma. Partiti da quella Porta San Paolo dove l'8 settembre la resistenza fu tutto fuorchè «rossa». Infatti qui furono granatieri e soldati della guarnigione di Roma a opporsi ai nazisti. Ma molti dei giovani che scandivano slogan «la storia ce lo ha insegnato. Fascismo è reato», la storia non l'hanno studiata. I cortei erano due tutti con il rosso dominante. Uno, più istituzionale, con le bandiere di Sinistra critica e Sinistra arcolaleno dietro gli stendardi dell'Anpi, i partigiani veri quelli del 1943, e la brigata ebraica. Un altro dei centri sociali più «agguerrito» e dove il rosso comunista si stemperava nel nero anarchia. Qui c'erano anche i Carc, Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, più volte inquisiti come fiancheggiatori delle Brigate Rosse, con un loro striscione quanto mai eloquente: ««no alla persecuzione dei comunisti». I centri sociali sul loro strombazzante camion avevano lo stricione nero «Roma città aperta rifiuta i fascisti». Mau.Pic.

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