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Laura Della Pasqua [email protected] «L'emergenza ...

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Chi ha ridotto la Capitale in questa situazione ora chiede fiducia agli elettori e si permette di criticare Berlusconi che ha dato dignità internazionale al nostro Paese». Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia e collaboratore stretto di Berlusconi punta il dito contro il Pd a cominciare dalla propaganda che Veltroni sta facendo circa l'ipotesi di un pareggio in Senato. I toni più accesi di questi ultimi giorni di campagna elettorale lasciano pensare che c'è il timore di una vittoria di misura in Senato, è un pericolo reale? «Ma quale pareggio. È tutta una montatura di Veltroni. È una eventualità che non prendo nemmeno in considerazione. Veltroni sta conducendo un attacco radicale, tirando fuori la questione della mafia, dell'età di Berlusconi e la questione dell'unità d'Italia. Quella lettera in cui si chiede fedeltà alla Repubblica è l'ennesimo esempio dell'arroganza dei vecchi comunisti mascherati da riformisti». Ma facciamo l'ipotesi che non ci sia una maggioranza netta. Che accadrà? Ci saranno le larghe intese? «Nell'ipotesi di una vittoria di misura, che ripeto non penso possibile perché sarà una vittoria ampia, distinguo due questioni. Per l'azione di governo noi faremo la nostra parte mentre sulle riforme costituzionali è auspicabile un confronto tra maggioranza e opposizione». Dopo le elezioni riaprirete il dialogo con Casini e Storace? «Il governo è interessato a discutere e aprire un ragionamento con Casini e con Storace. Mi sembra però molto difficile che possano essere presenti in Senato, al di là dei fuochi d'artificio polemici di questi giorni». Berlusconi ha detto che per governare con determinazione occorrono 20 senatori in più. Un auspicio o un appello agli elettori? «È un appello che Berlusconi rivolge all'elettorato. Occorre un governo forte per affrontare i nodi difficili del Paese. Noi torniamo al governo in una situazione economica assai difficile sia per gli errori gravi compiuti dal governo Prodi sia per ragioni internazionali. La Federal Reserve sta seguendo una politica di bassi tassi d'interesse per favorire la crescita mentre in Europa la Bce si sta muovendo in direzione opposta con alti tassi. Questo non aiuta la ripresa. L'Italia dovrebbe porre questo problema in sede europea». Cosa intendete fare nei primi cento giorni di governo? «Nel programma di governo c'è un pacchetto corposo di interventi, dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, alla detassazione delle tredicesime, alla possibilità di versare l'Iva dopo l'incasso della fattura, all'eliminazione dell'Ici sulla prima casa e verrà rilanciata la progettazione e la realizzazione della Tav e del ponte di Messina. Quindi c'è il problema sicurezza e casa». Cosa si potrà fare subito? «Abolizione tasse sulle successioni, quoziente familiare, detassazione straordinari, eliminazione dell'Ici. Poi va vista tutta la parte della riduzione della spesa pubblica». Non temete che l'Udc vi sottragga voti tra i cattolici? «È un timore che non ho. Forza Italia ha difeso il Papa in alcuni momenti seri come il dibattito in occasione della contestazione di alcuni professori di fisica alla sapienza e su alcune questioni ha assunto posizioni convergenti con le esigenze del mondo cattolico. E poi non penso che la Chiesa possa essere interessata a un partitino di nicchia».

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