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«Siamo qui perchè la Chiesa non va discriminata»

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Nelle parole di una coppia di giovani sposi romani, che già alle 11 hanno raggiunto Piazza San Pietro, si respira tutta l'atmosfera di una giornata che i fedeli, i pellegrini e i semplici cittadini hanno voluto dedicare con convinzione a Benedetto XVI. Il popolo cattolico si è insomma riunito in massa intorno al suo Papa con l'intenzione di dimostrargli un affetto incondizionato, dopo quello che molti non hanno avuto timore di definire un «oltraggio al Santo Padre». Ma pure tanti laici, anch'essi indignati dall'intolleranza di una minoranza di professori e studenti della Sapienza, non hanno mancato l'appuntamento. E così ieri mattina in Piazza San Pietro si sono ritrovati in duecentomila, muniti di striscioni, cartelli, insegne: una folla colorata, ma anche fiera e appassionata. «Di questi tempi si sente troppo spesso parlare di ingerenza della Chiesa — afferma un settantenne giunto da Frosinone — ma la verità e un'altra: hanno costretto il Papa a rinunciare a intervenire alla Sapienza, e noi oggi siamo qui per dire che che non ci stiamo, che i cristiani hanno il pieno diritto e il sacrosanto dovere di far sentire la propria voce in tutte le sedi!». Nessuna prova di forza, nessuna rivalsa, certo; ma il popolo del «Papa day» è apparso deciso a rivendicare la volontà del mondo cattolico di stringersi intorno a Benedetto XVI, quasi ad abbracciarlo dopo «una grave offesa subita». «Vivere la fede in modo autentico oggi può costituire un problema — dice una signora — L'ingiusta discriminazione subita dal Papa è una vergogna, e ci ricorda che molto spesso noi cristiani nella nostra vita di tutti i giorni siamo guardati con sospetto o trattati con arroganza. Non bisogna permettere che questo continui a succedere!». La partecipazione popolare è stata composta e rispettosa, ma molto vivace: Benedetto XVI è stato più volte interrotto dagli applausi dei fedeli e tra la folla si è percepito un grande entusiasmo. Tanto che molti dei presenti prima e dopo l'Angelus si sono riuniti in gruppi e hanno discusso liberamente dell'intolleranza cui i cattolici si sentono oggi sottoposti in molte occasioni. Sorprendente anche l'intensità emotiva e la spontaneità del coinvolgimento dei religiosi. Suore e preti hanno infatti manifestato con cori e dichiarazioni la loro devozione. «Benedetto XVI non è solo un grande teologo e un intellettuale — spiega un sacerdote — ma anche il capo di una Chiesa che vanta più di un miliardo di fedeli. Per questo proibirgli di parlare all'Università è stato sbagliato due volte». Gli fa eco una suora, che aggiunge: «Siamo tutti così felici perché stamattina, insieme alla consueta preghiera dell'Angelus, abbiamo compiuto un omaggio al nostro amatissimo Santo Padre».

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