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Fini contro il Cavaliere, Prodi applaude

Gianfranco Fini

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questi, fanno notare dentro An, aveva bollato l'incontro Fini-Casini-Montezemolo «vecchia politica». E si scatena la reazione di Forza Italia. Ma soprattutto il leader di An affossa il quasi accordo tra Berlusconi e Veltroni. Tanto che anche dalle parti del Pd arrivano reazioni. Procediamo con ordine. Fini arriva all'assemblea nazionale e parte all'assalto del Cavaliere schierato sul Vassalum di matrice veltroniana: «Se pensa di fare l'asso pigliatutto degli elettori di centro destra è meglio che se lo tolga dalla testa». E ancora: «Vuole il Vassallum? Allora non si può più invocare l'unità del centrodestra. Come si fa se si dà vita ad una legge elettorale che assicura le mani libere ai partiti? In realtà Berlusconi sta minando l'unità del popolo di centrodestra che è in favore di un bipolarismo per cui si sta o di qua o di là». Di qui Fini si lancia fin dove non aveva ancora osato: irridere Berlusconi. E spiega: «Si sfida il ridicolo quando Berlusconi dice "bisogna essere uniti", "bussate e vi sarà aperto". Qui non siamo al teatrino della politica, ma alle comiche finali». Ovviamente la reazione di Forza Italia non si fa attendere. Parlano tutti, Cicchitto, Bondi fino a Bonaiuti: «Da Fini una mancanza di stile. Offendendo Berlusconi offende un terzo degli italiani». Controreplica di Andrea Ronchi, portavoce di An: «Caro Paolo, avanzare proposte, fare delle critiche, chiedere risposte è l'abc della politica. Dove sono gli insulti? E se ritieni offensiva la battuta "siamo alle comiche finali", questa lo è al pari dei "professionisti del teatrino della politica"». Altro fronte altro battibecco. Fini definisce il Vassallum una autentica «legge truffa» e arriva a minacciare l'ostruzionismo. Non ci sta Giorgio Tonini, ghost writer di Veltroni: «Il Vassallum è una delle tante ipotesi sul tappeto che non merita una demonizzazione così aggressiva che è sconcertante». E invita Fini a fare delle proposte. E di tutta risposta il leader di An mette sul piatto tre condizioni, tutte all'insegna del bipolarismo: sistema francese comprensivo del doppio turno; maggioritario e Mattarellum; modello regionale, proposto da Pinuccio Tatarella. «Se invece Veltroni - conclude Fini - continua a lavorare sul Vassallum, allora non dica che An non ha proposte. Dica invece, assumendosi le responsabilità, che preferisce un accordo con Berlusconi». Non si spingono a definirlo «una truffa» ma anche all'interno del Pd, il Vassallum trova resistenze, tanto che un prodiano di stretta osservanza come Franco Monaco tende la mano: «È difficile negare i due problemi che Fini solleva: quello di maggioranze, governi e premier sottratti alla scelta dei cittadini e la concreta minaccia al bipolarismo». L'ultimo messaggio di Fini è per il partito, il suo. Il suo progetto si chiama «Alleanza per l'Italia». Annuncia per febbraio la conferenza programmatica del partito e spiega che guarda a quel «35% di elettorato potenziale che non ha mai votato An ma, interrogato, dice di guardare con attenzione a noi».

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