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«Anche lui sta soffrendo Il dolore è di tutti»

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«Ioho parlato solo con il magistrato. Quello che avete scritto è tutto inventato»», avrebbe detto ieri mattina Luigi Spaccarotella, nato a Varese 31 anni fa, da dieci in Polizia. Il condizionale è d'obbligo visto che più tardi un amico di Luigi ha precisato: «In casa c'è solo il padre, quello che stamani ha parlato al citofono non era Luigi, ma suo padre». In ogni caso, quello che emerge dalle testimonianze di vicini e amici di famiglia è il ritratto di un uomo tranquillo, non certo un «Rambo» in divisa, sposato con un'infermiera e papà di due bambini, una vita «normale» quanto può esserla quella di un poliziotto. «Anche lui non sta bene, cercate di capire il dolore di tutti», ha detto sempre ieri una vicina di casa della famiglia Spaccarotella. «È una persona perbene, bravissima», ha aggiunto la donna. «Sta soffrendo, è molto stanco, sta male, sta cercando di riposare», ha confermato don Paolo De Grandi, assistente spirituale della polizia di Arezzo. Il sacerdote nel pomeriggio ha fatto visita alla famiglia dell'agente. «Non gli ho parlato - ha spiegato don Paolo, che ha un passato da calciatore nelle giovanili dell'Hellas Verona e attualmente gioca nella Nazionale di calcio dei sacerdoti - Sono passato per portare un saluto. Anche i genitori sono in uno stato di grande sofferenza, stanno vivendo un dramma importante». Poi, parlando sia della famiglia del tifoso ucciso che di quella dell'agente, ha aggiunto che «la sofferenza che stanno provando è indescrivibile». Luigi è originario di Cetraro, un paesino vicino Paola, sulla costa calabrese. Il padre Vito, ferroviere in pensione, sette anni fa è stato segretario della sezione di Rifondazione Comunista ed è stato definito dal sindaco Giuseppe Aieta «un cittadino modello». Vito Spaccarotella, ha spiegato Aieta, «è uno di quei cittadini che ogni sindaco si augurerebbe di avere». La sorella di Luigi, invece, abita a Guardia Piemontese, in un comune vicino. In questi giorni sono tutti ad Arezzo. «Conosco molto bene Vito - ha spiegato il sindaco per la sua attività politica e per il sostegno che mi ha dato, insieme al suo partito, alle comunali dell'aprile del 2005 al termine delle quali sono stato eletto. Non ci sono parole - ha aggiunto Aieta - per descrivere Vito Spaccarotella. È un uomo serio, ligio al dovere, un gran lavoratore. Una persona, in definitiva, veramente perbene. È un uomo che crede nei valori e nei principi della solidarietà. Ha condotto molte battaglie politiche». Aieta, in questi giorni, ha tentato di contattare Vito a casa, ma inutilmente. Il telefono squilla libero da giorni, segno evidente che la famiglia è partita alla volta di Arezzo dopo avere appreso della tragedia. Il sindaco, invece, non conosce Luigi, anche perchè, ha detto, «da quello che mi riferiscono manca da Cetraro da tanto tempo. Credo venga a trovare i suoi genitori durante le vacanze, ma non ho avuto modo di conoscerlo». Tra l'altro la famiglia Spaccarotella vive nella frazione San Filippo, una delle frazioni più popolose di Cetraro che però dista almeno sette chilometri dal centro del paese. «Insieme alla moglie, che fa la casalinga - racconta ancora Aieta - Vito partecipa regolarmente agli appuntamenti culturali che vengono organizzati in città. È una coppia presente, che vive pienamente Cetraro».

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