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L'escalation della violenza

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dalle Curve fino a Internet

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Così su Ultras liberi si legge «a presto la vendetta per gli uccisi» e subito dopo un «cordoglio alla famiglia» che si lega a sua volta con «chi deve pagare è giusto che paghi». Su un altro sito, «Luogo comune», la preoccupazione più grande è espressa in merito alle indagini e al rischio che alcuni tifosi paventano: «Il filmato delle telecamere di sicurezza sequestrato - scrive Marcocedo - verrà opportunamente ripulito al fine di dimostrare la versione ufficiale dei fatti». Ma se lo spicchio buono del cuore ultrà è in grado di ragionare nel bene e nel male al cospetto di una tragedia, c'è da dire che la violenza di domenica in alcune città italiane ha rappresentato la degenerazione dei movimenti Ultrà. Nel nostro Paese nascono alla fine degli anni Sessanta come sintesi dell'«hooliganismo anglosassone» e del «movimento della contestazione giovanile», anche se poi il loro percorso subisce influenze politiche di ogni genere. Comunque decisivo l'avvento della Coppa dei Campioni: i cosiddetti «ragazzi delle curve» entrano in contatto con le tifoserie d'oltremanica, rimanendo affascinati dal tifo inglese. Sulla scia di tale escalation emotiva ed emulativa nasce nel 1969 la «Fossa dei Leoni» del Milan: è il primo gruppo italiano ultrà e occupa il settore dei popolari alla Rampa 17 dello stadio di San Siro. Tra il 1970 e il 1975 vedono i natali gli Ultras Cucchiaroni della Sampdoria (i primi ad assumere il nome di Ultrà), i Boys dell'Inter, le Brigate Gialloblù del Verona, i Viola Club Vieusseux della Fiorentina, gli Ultrà del Napoli, le Brigate Rossonere del Milan, la Fossa dei Grifoni del Genoa, gli Ultrà Granata del Torino, i Fighters della Juventus, le Brigate Neroazzurre dell'Atalanta, gli Eagles' Supporters della Lazio e il Comando Ultrà Curva Sud (Cucs) della Roma. Oggi la stima più attendibile - secondo fonti di sicurezza - porta a ritenere che in Italia siano circa 300 i gruppi di tifosi che si richiamano in modo chiaro e diretto al «modello Ultrà», distribuiti su tutto il territorio nazionale. Coloro che aderiscono alle associazioni Ultrà dovrebbero essere circa 60.000 (pari al 10-15% delle persone che frequentano regolarmente gli impianti sportivi). Alcuni gruppi sono composti da più di 3.000 associati; altri, soprattutto quelli che sostengono squadre delle serie inferiori, non superano le 30 unità. Una stessa società, inoltre, può avere gruppi diversi di matrice opposta.

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