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Prodi sceglie Clemente

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Questogoverno rischia di apparire sulla falsariga di quello precedente, che tanto si tratta della casta e quindi non si deve toccare». Macchè «casta» è l'immediata replica di Mastella: «Non pretendo privilegi - afferma - Voglio che l'inchiesta vada avanti, ma velocemente, per non lasciare i cittadini-elettori nel limbo dell'incertezza». E chiede un immediato chiarimento in sede di Consiglio dei ministri, fissato per il pomeriggio. Al Senato, intanto, l'opposizione affila le armi. Sono pronte le pregiudiziali di Forza Italia e Lega al collegato alla Finanziaria. Insomma, per il premier sembra davvero la prova del fuoco. Lui, come al solito, ostenta calma: «Sono tranquillissimo», dice ai giornalisti. E la prima replica di Mastella, al termine dell'ufficio politico dell'Udeur suona ironica: se Prodi è tranquillissimo «lo sono anch'io». E ancora: «Non sono un eroe, sono un poveretto di Ceppaloni. Non ho il sostegno di categorie o altro. Ho solo un po' di modesto consenso». Il «duello» sale di tono quando ad aprire il Cdm si affrontano i diretti contendenti. Sono loro a prendere la parola ancor prima di Romano Prodi. «Con te ho chiuso per oggi e per il futuro» avrebbe detto Mastella a Di Pietro, che invece sarebbe stato pronto a trovare «un punto di incontro». Il Guardasigilli rivendica la sua «dirittura morale» che «è tale che con te non voglio avere nulla a che fare». Scintille che il premier tenta di sedare. Alla fine esprime la sua fiducia a Mastella e invita Di Pietro a rinunciare a una replica perchè «la vicenda si chiude qua». E si chiude a riunione ancora in corso, secondo quanto viene riferito, da fonti di palazzo Chigi. Il premier, ribadendo la «totale condivisione e il sostegno alle politiche sulla giustizia» ha invitato alla «riflessione comune sulle parole del capo dello Stato». Prodi ha anche confermato «la piena fiducia nella magistratura, il rispetto della sua autonomia e delle sue gerarchie». Insomma, esattamente quanto Mastella voleva sentirsi dire. E così il Guardasigilli può recarsi con maggiore serenità a Palazzo Madama dove ogni voto è indispensabile per superare le prime prove del collegato alla Finanziaria. E non lascia dubbi a chi lo interroga: «Sono qui per votare».

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