Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La denuncia

Esplora:
default_image

L'Authority punta il dito contro i tg: «Poco pluralismo»

  • a
  • a
  • a

È questo il senso del richiamo rivolto dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni alle tv pubbliche e private e ai fornitori di contenuti in ambito nazionale, in una delibera della Commissione servizi e prodotti. Il richiamo, è spiegato nella delibera, arriva dopo che i dati di monitoraggio dell'Isimm, relativi ai tg nazionali nel periodo dal primo novembre 2006 al 31 gennaio 2007, hanno fatto emergere «alcuni squilibri nella distribuzione dei tempi di parola e dei tempi di notizia» sia nello spazio complessivamente attribuito a maggioranza e opposizione, sia nella distribuzione degli spazi tra i diversi soggetti della stessa coalizione. «Le emittenti radiotelevisive pubbliche e private e i fornitori di contenuti in ambito nazionale - si legge nella delibera - sono richiamati a rispettare nelle trasmissioni di informazione, in particolare nei telegiornali, i principi di completezza e correttezza dell'informazione, obiettività, equità, lealtà, imparzialità, pluralità dei punti di vista e parità di trattamento come richiamati dalle disposizioni normative e regolamentari citate nelle premesse». L'Autorità verifica che il richiamo venga rispettato «anche attraverso il monitoraggio dei programmi» e, «in caso di inosservanza, adotta i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge», cioè multe o misure ripristinatorie dell'equilibrio. L'intervento dell'Authority che ha aperto un'istruttoria sulla puntata di Annozero, la trasmissione di Michele Santoro, dedicata ai Dico (quella in cui il ministro Clemente Mastella ha lasciato lo studio), scatena la polemica politica. «Ma dov'è finito il pluralismo tanto sbandierato a piena bocca dai moralisti della sinistra?» si domanda Paolo Boniauti vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai e portavoce del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. «Il Presidente della Rai - osserva Bonaiuti - ci ha fatto sapere che Prodi parla nei Tg tre volte più di Berlusconi, che sui Tg regionali la sinistra piglia tutto al 70 o all'80%, che i programmi di approfondimento vedono spesso sette politici di sinistra su sette. E così via». Gli fa eco il senatore Alessio Butti, capogruppo di An in Vigilanza: «L'Authority delle comunicazioni conferma le denunce del centrodestra rispetto il mancato pluralismo dell'informazione della Rai. I dati sono impressionanti e mostrano chiaramente una notevole disparità nei confronti del centrodestra». Immediata la replica di Renzo Lusetti della Margherita: «Bonaiuti è diventato davvero comico. Dover sentir parlare lui di pluralismo è una cosa che francamente fa un pò ridere». «È assurdo tra l'altro - aggiunge - contare le apparizioni nei Tg di Prodi e paragonarle con quelle di Berlusconi. Prodi è il presidente del Consiglio».

Dai blog