Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'Osservatore Romano critica il corteo pro-Pacs: «Una discutibile mascherata»

default_image

  • a
  • a
  • a

L'Osservatore Romano parte lancia in resta all'attacco della manifestazione pro-Dico che si è svolta sabato scorso a Roma. Il quotidiano vaticano non risparmia critiche ad un evento che, scrive, ha «smascherato la vera natura» del ddl governativo sui diritti dei conviventi: quello di legalizzare le coppie gay, usando anche lo strumento dei figli da tutelare. «Si è dunque inscenato sabato - si legge nel commento pubblicato dal giornale - il promesso corteo a favore del riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Una manifestazione nella quale, al di là dell'immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie». «Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto» aggiunge, rimarcando come «erano in molti i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all'estero». «Bambini la cui presenza - prosegue l'Osservatore - è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l'immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Ogni bambino, almeno quando è nato, gode, anche nell'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori». «Anche per questo, sfruttare la loro ingenuità appare un'operazione particolarmente criticabile. Ma è anche, ancora una volta, la prova evidente - incalza il giornale della Santa Sede - di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti». La Chiesa torna così ad attaccare i Dico e, soprattutto, la scelta del governo di arrivare ad una regolamentazione delle unioni civili. Un attacco massiccio visto che, anche il Sir, l'agenzia di stampa della Cei, nella sua nota settimanale critica il provvedimento. «È il tempo della libertà di guardare al futuro chiamando con il loro nome bene o male, vero e falso, giusto e sbagliato - scrive l'agenzia -. La vicenda dei Dico sta dimostrando con serentità e chiarezza che il preciso "no" pronunciato con coerenza non solo dai cattolici, ma dai tanti laici, diventa un punto di riferimento aperto e creativo». Le parole che arrivano da Oltretevere, però, non sembrano turbare Prodi che, ospite di Matrix, difende la proposta del governo. «L'ho letta e l'ho riletta - spiega - e che redo che il ddl proprio non tocchi i principi del matrimonio. Riconoscere momenti di solidarietà non è disconoscere la famiglia». Il Professore lascia comunque uno spiraglio alla possibilità di cambiare la legge: «In Parlamento ci sono tanti altri disegni di legge, si faranno variazioni e adattamenti che sembrano opportuni». In ogni caso nell'Unione sono in molti a puntare il dito contro l'intervento del quotidiano vaticano. «La cecità politica dell'organo di informazione del Vaticano fa impressione» commenta il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena. Mentre il diessino Gavino Angius parla di «laicità in pericolo» e di pressione «molto forte» delle autorità ecclesiasticha. Non è da meno il capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera Roberto Villetti che parla di una «vera e propria caccia alle streghe». Mentre Benedetto Della Vedova deputato di Forza Italia e esponente dei Riformatori liberali che sabato è stato fischiato, difende la piazza: «Una bella manifestazione, altro che eccessi carnevaleschi». Di tutt'altro parere il leghista Roberto Calderoli: «Vedere due uomini che si baciano mi fa ancora schifo, mentre la presenza dei bambini nel corteo è assolutamente strumentale».

Dai blog