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di LAURA DELLA PASQUA «SE non si corre ai ripari facendo partire subito una stagione di riforme, il ...

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Il radicale Daniele Capezzone, presidente della Commissione Attività produttive della Camera e animatore del gruppo dei «Volenterosi» tira le conclusioni del vertice di caserta. E lo fa, dice, con «un sentimento di amarezza» perchè «poteva essere una grande occasione e invece è stata bruciata». Rinvio delle riforme ma anche litigiosità dentro la coalizione: è questo lo spettacolo offerto dal vertice di Caserta. Come si è arrivati a questo? «I problemi del centrosinistra cominciano molti anni prima di Caserta. Questa è solo l'ultima tappa. Volendo andare indietro si può ricordare il congresso dei Ds del '97 in cui D'Alema si presentò con una linea riformista ma fu subito stoppato da Cofferati. Oppure per arrivare a tempi più vicini, basta pensare al modo con cui il centrosinistra ha fatto opposizione durante il passato governo. Anzichè demonizzare Berlusconi sarebbe stato meglio utilizzare quegli anni per una sfida vera dentro il centrosinistra tra i blairiani e i comunisti. Con queste premesse è chiaro che il vertice di Caserta ha preso questa piega». Insomma è stata messa una pietra tombale sulle riforme, o no? «C'era già stato un episodio grave al momento della Finanziaria. Il Documento di programmazione economico annunciava una Manovra non con più tasse ma con i tagli di spesa quindi con rifome strutturali. Invece cosa è accaduto? C'è stata una Finanziaria senza riforme e tutta centrata sulle tasse. Questo è stato un errore devastante. Nella Manovra non si è affrontato il problema delle pensioni rinviandolo. Ora c'è un'ennesima battuta d'arresto. Su questa strada non si va da nessuna parte». La Cdl è pronta a scommettere che le elezioni amministrative segneranno una sonora sconfitta per il centrosinistra. Lei che ne pensa? «Su questo sono più scettico. Credo che nei prossimi mesi nella politica italiana non accadrà molto, purtroppo. Il centrosinistra continuerà a promettere riforme che difficilmente farà, il centrodestra parlerà di una spallata che non riuscirà a dare. È per questo che secondo me occorre che su alcune cose concrete, come le pensioni, i riformatori dei due schieramenti lavorino insieme. Questo è il progetto di noi volenterosi». Pensate a un coinvolgimento della Confindustria tra i «volenterosi»? «Tanta parte del mondo imprenditoriale dalla base ai vertici è in attesa che il percorso riformatore si apra davvero e quindi io registro una grande sintonia tra gli obiettivi dei riformatori dei due schieramenti e gli obiettivi del mondo produttivo». Prima una Finanziaria pesante e ora il fallimento di Caserta. La maggioranza si sta alienando il rapporto con il mondo produttivo? «In Italia nelle imprese con meno di venti dipendenti sono il 98% e hanno il 60% degli occupati, sono la spina dorsale dell'economia italiana. Se a questa realtà il centrosinistra risponde con le tasse di Visco e senza riforme è evidente che si crea una frattura, una ferita. Mi stupisco del fatto che tanti a sinistra abbiano già dimenticato quello che è accaduto nell'ultimo mese di campagna elettorale quando a forza di mettere paura agli italiani con le tasse il centrosinistra perse sette punti di vantaggio. Visto che ora la cosa si ripete dico che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Con Caserta il rapporto con le imprese non è migliorato. Se questa maggioranza non imboccherà la strada delle riforme il rapporto non potrà che peggiorare».

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