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«Le leggi di riforma ci sono, basta applicarle»

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Foccillo (Uil) critica gli attacchi ai dipendenti pubblici: «Basta aggressioni, non è vero che nessuno vuole spostarsi»

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Antonio Foccillo, responsabile economico della Uil, critica l'iniziativa del ministro per le Riforme Luigi Nicolais (un disegno di legge che prevede il licenziamento in tronco per chi risulta colpevole di corruzione, concussione e peculato anche in caso di patteggiamento). Come si spiega questa sorta di aggressione alla pubblica amministrazione? «Sia ben chiara una cosa: se qualcuno ha sbagliato e ha commesso reati deve pagare ma mi chiedo dove sta la novità dal momento che questo è già previsto. Ma ciò che non mi piace è l'atteggiamento persecutorio nei confronti della pubblica amministrazione come se fosse il nido della corruzione. C'è un altro aspetto poi che non va». Quale? «Si parla genericamente di pubblica amministrazione mettendo tutti i comparti insieme come in un calderone. Invece le differenze ci sono. Facciamo qualche esempio. Ci sono università e istituti di ricerca che hanno un proprio consiglio d'amministrazione e piena autonomia, ci sono gli enti locali e la sanità che sono gestiti dalle regioni e hanno poteri autonomi stabiliti dalla Costituzione. Questo per dire che il disegno di legge di Nicolais non si sa a chi fa riferimento». Si torna anche a parlare di mobilità nel pubblico impiego. Ne abbiamo già sentito parlare, o sbaglio? «Anche questo è un tema trito e ritrito e non è vero che gli statali sono restii a muoversi. Faccio un paio di esempi. C'è stato un solo bando di concorso per la mobilità. È stato quello deciso dall'ex ministro della Funzione pubblica Franco Frattini. Il bando di mobilità si riferiva a 13 mila posti: arrivarono 17 mila domande. Questo dimostra che non è vero che gli statali non sono disposti a spostarsi. Ma va detto anche che molti posti messi a concorso specie negli enti locali, sono poi scomparsi nonostante le numerose richieste di chi voleva spostarsi e andarli a occupare». Vuol dire che sono le istituzioni a essere contrarie alla mobilità non gli statali? «Molti enti locali preferirono dopo quel bando di concorso, prendere persone che a loro interessavano più che i dipendenti che avevano fatto richiesta di spostamento. C'è stato anche un altro caso di mobilità quando si è privatizzato il collocamento e il ministero del Lavoro ha decentrato una serie di funzioni. Si è fatto un piano di mobilià individuando i criteri per gli spostamenti. Anche in questo caso non ci sono stati problemi per la mobilità. Quanto alla definizione delle piante organiche ovvero alla individuazione degli esuberi e delle carenze di personale, se ne parla già nel decreto 29 del '93. Importante è invece affrontare il tema dell'innovazione con tecnologie avanzate e la possibilità di una comunicazione tra le varie postazioni». Ma se come lei dice le leggi ci sono, come mai non sono state applicate? «C'è resistenza nella pubblica amministrazione affinchè tutto resti com'è, per evitare verifiche. Ci si limita a colpevolizzare il dipendente. In un'azienda se il prodotto non va non è colpa dell'operaio ma dei vertici». L.D.P.

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