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La Bce promuove la Finanziaria. Ma con cautela

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Una cautela giudicata eccessiva da Vicenzo Visco, secondo il quale il rapporto sarà «tranquillamente» sotto il tetto imposto dal Patto di stabilità. Si gioca sui decimali il botta e risposta fra l'istituto di Francoforte ed il viceministro dell'Economia per valutare il margine di sicurezza con cui l'Italia si appresta a rientrare nei parametri Ue dopo quattro anni consecutivi di deficit eccessivo. Secondo la Bce, «il risanamento strutturale del 2006-07 — si legge nel bollettino mensile — sarà sufficiente a riportare il disavanzo al disotto del 3% del Pil nel 2007, coerentemente con gli impegni presi dal Paese». Ma non mancano comunque le zone d'ombra. Secondo l'Eurotower, il deficit/Pil sarà «appena al di sotto» del 3% nel 2007, mentre «la correzione totale sarà leggermente inferiore allo sforzo minimo, pari all'1,6% del Pil, raccomandato dal Consiglio, e attuata per oltre la metà soltanto nel 2007». Visco, invece, conferma la solidità delle previsioni del Governo che vedono il rapporto scendere al 2,8% nel 2007. «Penso che saremo tranquillamente sotto il 3%. Non ci sono motivi per ritenere che non sarà così», spiega, ribadendo l'intenzione del Governo di ridurre le tasse «appena possibile. Appena avremo soldi in più, faremo interventi di questo genere», ha sottolineato. Secondo la Bce, comunque, il risanamento italiano avrà ripercussioni favorevoli anche sull'intera eurozona, il cui bilancio del 2007 risentirà positivamente del «risanamento contenuto nella legge di bilancio per il 2007», oltre che degli sforzi della Germania nei tagli alla spesa e nell'imposizione indiretta. Critiche arrivano sul fronte del debito, che ha recentemente toccato il record storico, sopra i 1.600 miliardi. Con il Portogallo, l'Italia rappresenta una «rilevante eccezione» nel panorama europeo caratterizzato da un costante calo del debito. Sul fronte dei tassi, dopo l'aumento al 3,5% deciso nella scorsa settimana, la Bce conferma la sua politica «accomodante» ma, alla luce dei «livelli tuttora contenuti dei tassi di interesse e delle condizioni di liquidità abbondante», lascia aperta la porta a nuove strette monetarie. «Intervenire con tempestività e fermezza — scrive nel bollettino — è giustificato per assicurare la stabilità dei prezzi a medio termine». Romano Prodi non sembra però apprezzare: «Mi auguro che si tenga conto — ha detto il premier — che siamo in una fase di accelerazione dell'economia e che abbiamo bisogno di un costo del denaro non elevato».

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