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Tfr, decreto con il no di Ferrero

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Damiano accelera, ma in Consiglio dei ministri Rifondazione vota no

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A mettersi di traverso per un provvedimento che sembrava dovesse passare senza tante polemiche è stato Paolo Ferrero che ha dato voce al malessere di Rifondazione. Il ministro della Solidarietà sociale ha votato contro il decreto che fa partire da gennaio i fondi integrativi e la riforma del Trattamento di fine rapporto. Il provvedimento stabilisce che tutti i fondi pensione saranno tenuti ad aggiornare i propri statuti e regolamenti entro la fine del 2006 in modo da essere pronti a accogliere da gennaio prossimo il Tfr di quei lavoratori che decideranno per la previdenza integrativa. I lavoratori avranno sei mesi di tempo (dunque fino a giugno 2007) per decidere il futuro della propria liquidazione e, in caso non facciano alcuna scelta, subentrerà il principio del silenzio-assenso per cui il Tfr verrà automaticamente indirizzato ai fondi pensione che avranno tempo fino al 31 dicembre 2006 per aggiornare statuti e regolamenti. I fondi pensione dovranno adeguarsi «alla nuova normativa - ha spiegato Cesare Damiano - perchè possano avere tutti le stesse caratteristiche, mentre, entro il 31 marzo 2007, le forme pensionistiche individuali devono essere attuate mediante contratti di assicurazione sulla vita che prevedano la costituzione di un patrimonio autonomo e separato». Damiano ha anche detto che si sta lavorando per avviare la previdenza complementare nel settore pubblico, di concerto con il ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, e il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco. Una soluzione su cui però pesa il no secco del ministro di Rifondazione Paolo Ferrero tant'è che subito la Cdl ha parlato di crisi di governo. Crisi smentita dallo stesso Ferrero che però ha ribadito il motivo del suo voto contrario: «La proposta che ci è stata sottoposta anticipa di fatto un intervento sui fondi pensione in linea con la riforma Maroni a cui eravamo stati totalmente contrari e non tiene conto di un punto importante del programma dell'Unione». Il punto a cui si riferisce è quello che «prevede la possibilità da parte dei lavoratori di destinare i propri fondi all'Inps per la creazione di un fondo integrativo pubblico». «Siamo da sempre contrari alla previdenza integrativa» gli ha fatto eco Franco Giordano, segretario del Prc. Ma Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato ha gettato acqua sul fuoco: «È assolutamente un caso specifico, non ci sarà la crisi di governo».

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