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Per il 2007 stretta da 4,5 miliardi, ogni dicastero potrà decidere su quali voci intervenire

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Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa continua a lanciare messaggi tranquillizzanti e ieri intervendo in Commissione Bilancio della Camera ha detto che il governo è intenzionato a evitare la fiducia ma poi dipenderà da quello che succede in Aula. Come dire che i margini perchè ciò non accada sono molti ristretti. Molti punti della Manovra sono ancora aperti e nè il vertice di maggioranza della mattina nè la riunione fiume della Commissione Bilancio della Camera, hanno sciolto i nodi. Padoa Schioppa con il vice Visco ha fatto la spola per tutto il pomeriggio tra la Camera e Palazzo Chigi in filo diretto con Prodi. In Commissione Bilancio la sensazione è che si vada a una riscrittura della Manovra con la presentazione di un maxiemendamento; poi la divisione della Finnziaria in tre tronconi sui quali verrà posta la fiducia. In sostanza si ripeterà lo stesso iter del 2004 con la Cdl. I nodi da sciogliere sono gli scaglioni della nuova Irpef (Padoa Schioppa ha negato che ci sarà l'aliquota del 45% sopra i 150 mila euro di reddito ma di fatto l'emendamento in tal senso non è stato ancora ritirato); il bollo auto; gli statali; il Tfr e gli enti locali. In gioco anche l'emergenza Napoli e il 5 per mille. Un risultato è stato raggiunto sulla questione dei tagli con una soluzione di compromesso. La Commissione bilancio ha approvato l'emendamento del governo che stabilisce un taglio lineare, attraverso accantonamenti, per le spese di tutti i ministeri, fatta eccezione per la protezione civile e le università. Il contenimento della spesa è quantificato per il 2007 in 4,5 miliardi di euro e corrisponderebbe a circa il 14% delle spese. La Commissione ha dato l'ok anche ad un emendamento di Roberto Villetti che esclude la possibilità di variazioni compensative tra capitoli appartenenti a diverse unità previsionali di base. «Questa modifica - spiega il relatore Michele Ventura - non elimina la flessibilità ma obbliga i ministri a dare informazioni più puntuali e a stabilire poste più calibrate fin dall'inizio». In sostanza ogni ministero dovrà decidere dove intervenire. È passato in Commissione l'emendamento del relatore che prevede la possibilità di variazioni degli accantonamenti «con invarianza sugli effetti sul fabbisogno e sull'indebitamento», con un decreto del ministro dell'Economia da adottare su proposta dei ministri competenti da adottare entro il 31 marzo di ogni anno. E per trovare la quadratura del cerchio, Padoa Schioppa ha varcato più volte il portone di Palazzo Chigi per parlare con Prodi che a sua volta si è recato dal presidente Napolitano. E sulla questione dei tagli c'è stato un botta e risposta tra il capogruppo di Prc alla Camera Gennaro Migliore e il ministro Chiti. Migliore si è lamentato perchè «vengono dati troppi soldi alla difesa che ha incremento di spesa dell'11%» e ha concluso dicendo: «Se continuate così le condizioni per votare questa Manovra sono molto poche». Ma Chiti ha replicato: «Possiamo pure tirare per i capelli questa manovra ma bisogna tener conto di alcune variabili» riferendosi al senatore De Gregorio uno degli aghi della bilancia della maggioranza al Senato. Chiti rivolto a Migliore: «Se non passa la Finanziaria al Senato è anche un problema vostro». E sempre sui tagli D'Alema conferma che la «discussione è aperta». Berlusconi attacca: «Il decreto Visco è una schedatura degli italiani, così finirà la libertà economica».

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