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Lega Autonomie

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Chiti tende la mano agli enti locali. Verso il confronto

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Da Viareggio il presidente della Lega delle Autonomie, Oriano Giovannelli (DS), non fa sconti a Romano Prodi e chiede al Governo l'immediata apertura di un tavolo di confronto con le autonomie locali per concertare un pacchetto di modifiche alla Finanziaria che nell'impostazione uscita la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, preoccupa grandemente regioni e comuni. Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, favorevole all'apertura di un dialogo, ma molto vago su dove intervenire. «Nella Finanziaria - precisa - ci sono aspetti critici che riguardano in modo particolare i Comuni, e bisogna vedere se è possibile ridurre il peso della manovra che grava su di loro. È chiaro che non deve tuttavia cambiare né la linea che il saldo della manovra». Giovanelli punta il dito sul taglio di 4 miliardi nei trasferimenti agli enti locali che costringerà i comuni ad aumentare tariffe e tributi. «Si tratta di recuperare rapidamente - spiega Giovanelli - un vulnus istituzionale e politico che si è ancora una volta verificato nella stesura della legge finanziaria. Questo vulnus consiste nel fatto che i sindaci, i presidenti, se si fa eccezione dell'importante e positivo lavoro fatto da governo centrale e regioni per la definizione di un nuovo patto per la sanità, non sono stati considerati come parte integrante della classe dirigente di questo paese e non sono stati coinvolti». Tra i punti da rivedere, Giovanelli indica il ridimensionamento del taglio a carico del sistema delle autonomie, la verifica congiunta della possibilità dell'anticipo al 2007 di una compartecipazione dinamica degli enti locali al gettito di importanti tributi nazionali a partire dall'Irpef che introduca davvero da quest'anno un principio del federalismo fiscale, una revisione del carattere dell'Ici in cui comprendere tutte le imposte gravanti sugli immobili e introducendo una forbice più ampia fra il minimo del 4 e il massimo del 7 per mille, il ristabilimento pieno di un principio di autonomia anche in materia di investimenti, una verifica dell'adeguatezza del fondo sociale, un confronto vero, a tutto campo, sui costi della politica evitando scorciatoie centralistiche. Giovanelli riconosce tuttavia gli aspetti positivi della manovra come il superamento della logica dei tetti di spesa, la previsione finalmente concreta del passaggio del catasto ai Comuni, la previsione di imposte di scopo, lo sblocco delle addizionali Irpef, l'incentivazione delle fusioni tra Comuni. Le autonomie, ha assicurato il presidente di Legautonomie, sono consapevoli della difficile situazione economica del Paese e in questo contesto è senz'altro condivisibile l'obiettivo di perseguire una maggiore equità sociale, tutelando i redditi più bassi, però evitando di banalizzare il sacrificio che viene richiesto a una fascia di reddito non certo bassa, ma che spesso rappresenta una parte dinamica e insostituibile del Paese. Ma, rileva Giovanelli, le Autonomie si trovano ancora una volta a «doversi difendere con forza da una penalizzazione pesante». Contesta l'operato del Governo, Ugo Nori, presidente del consiglio provinciale di Teramo e presidente della Lega delle Autonomie abruzzese. Diessino. «Il principale fatto negativo è che il provvedimento ci è arrivato dall'alto. Senza che nessuno abbia prima chiesto il nostro parere. Adesso Prodi ha detto che ci sono margini per cambiare qualcosa. Speravamo in una manovra più partecipata. Così non è stato».

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