Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La sinistra radicale teme l'isolamento

default_image

I poteri forti per un'altra maggioranza

  • a
  • a
  • a

Fatto sta che, proprio per questo, in giro non si parla d'altro. Certo, tutta la vicenda sembra ormai essersi ridotta al classico dibattito accademico con Casini che apre, la Margherita che ammicca, i Ds che si mostrano interessati (ieri è toccato a Luciano Violante tendere la mano alla Cdl, ma solo su «alcune proposte di legge») e tutti gli altri che recitano la loro parte nella «commedia». Gli unici ad essere veramente preoccupati per tutto questo chiacchiericcio estivo, però, sembrano essere gli esponenti della sinistra radicale che, non a caso, anche ieri hanno lanciato i loro avvertimenti all'indirizzo degli alleati. Il più duro è stato il segretario del Prc Franco Giordano che in un'intervista alla Stampa ha addirittura scomodato il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Un nome che si unisce a quello di Mario Monti (che sul Corriere della Sera di domenica aveva rilanciato l'idea di una Grosse Koalition) e che sembra accreditare la versione secondo cui, per la sinistra radicale, sono soprattutto i «poteri forti» a lavorare per una diversa ricomposizione della maggioranza. «La grande coalizione - ha detto ieri Giordano - è meno lontano di quel che sembra. Ormai sono due le scelte in campo: l'Unione che allarga il consenso sociale e politico da un lato e proprio la Grande Coalizione, alla quale stanno già lavorando alcune forze, dall'altra». E tra queste soluzioni il segretario del Prc ha indicato proprio il presidente di Confindustria anche se, ha aggiunto, «è sul piano politico che viene seminato il terreno di coltura di questa operazione». Al fianco del segretario del Prc, come era prevedibile, sono subito scesi in campo i Comunisti Italiani e i Verdi. I primi con il capogruppo alla Camera Pino Sgobio («La si finisca con questo tormentone estivo dell'allargamento: la maggioranza c'è ed è quella che ha vinto le elezioni») gli altri con Pecoraro Scanio («Basta con questi dibattiti ferragostani. No al "papocchio" istituzionale, sì ai sostegni trasparenti»). Il motivo di tanto agitarsi è abbastanza chiaro. La sinistra radicale, infatti, teme di restare isolata. E, anche se Ds e Dl, fanno a gara per smentire ipotesi di questo tipo, è fuori di dubbio che nei due principali partiti della coalizione in molti preferirebbero un'esistenza più tranquilla senza i continui ricatti dei cespugli. Sarà forse per questo che ieri anche Clemente Mastella (accusato spesso di lavorare nell'ombra per costruire il «grande centro» assieme a Rutelli e Casini) ha detto «no» alla proposta lanciata dal leader dell'Udc. «Se viene fuori - ha detto - che per garantire la governabilità bisogna cambiare assetto salta il banco».

Dai blog