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E il centrosinistra adesso ha paura, i Ds non dicono no

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l'Unione ritrova la compattezza nel timore che qualcuo ceda alle lusinghe della Cdl. Ma i Ds non dicono no. Il primo a dire la sua è il vice capogruppo dell'Ulivo alla Camera Marina Sereni: «Abbiamo detto sempre che non siamo disponibili a trasformismi, a cambi di maggioranza. Altra cosa è che su provvedimenti specifici, come quelli di politica estera o quelli di risanamento della finanza pubblica, parte del centrodestra decidesse responsabilmente di sostenere l'azione del governo. No alle porte chiuse, abbiamo semplicemente detto che il programma del governo è lì, il governo è in carica e non ci sono crisi nella maggioranza all'orizzonte». Anche il vice presidente della Camera Leoni espone la sua tesi: «Allargare la maggioranza è un concetto sbagliato e il solo parlarne introduce fibrillazione nella maggioranza e questo certo non serve. Se si allargasse la maggioranza si cambierebbe la qualità ma l'unica maggioranza è quella scelta dagli elettori. Non si fa nessun giro di valzer disinvolto. La fosca previsione di Tremonti è scambiare i desideri con la realtà. Una grande coalizione non sta nè in cielo nè in terra, ormai bisogna prendere sul serio il bipolarismo e quando una maggioranza va in crisi si torna al voto, come l'Unione ha detto e ripetuto». Boselli segretario dello Sdi afferma: «Tremonti riprende dal cassetto un giorno sì e uno no l'idea della grande coalizione. Non si vede proprio come si potrebbe accedere a questa proposta dato che il centrosinistra si è impegnato davanti alle elettrici e agli elettori, in caso di vittoria, a sostenere il governo Prodi per l'intera legislatura. Data l'impraticabilità di questa strada forse l'insistenza dell'ex ministro dell'economia è rivolta più che a insidiare la maggioranza, a far sognare all'opposizione una scorciatoia per ritornare in tempi brevi al governo». Subito gli gfa eco il verde Angelo Bonelli: «Nessuna grande coalizione. Accogliere la proposta esca di Tremonti sarebbe uno schiaffo al voto di milioni di cittadini che hanno scelto la coalizione dell'Unione e votato il programma sottoscritto da tutte le forze del centrosinistra». Rincara la dose anche il Pdci, e Olivero Diliberto afferma: «Ovviamente noi siamo ferocemente contrari. Sarebbe la fine dei Ds, non credo e non auspico che accolgano questa ipotesi». Quanto al problema, sollevato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e dal presidente dei senatori dell'Ulivo Anna Finocchiaro, Diliberto è altrettanto netto: «Gli elettori ci hanno votato così, qualunque altra operazione sarebbe un imbroglio». Per il segretario dei Comunisti Italiani, la difficoltà della maggioranza nei numeri a Palazzo Madama si supera «stando in Aula e votando sempre visto che i senatori sono lautamente pagati per questo. Se poi, alcuni senatori, senza essere richiesti, votano con la maggioranza è un problema loro ma non mio perchè io non lo chiedo». Dal Prc Russo spena, presidente del gruppo sottolinea che: «Ogni tentazione di allargare la maggioranza snaturandone e spostandone il baricentro verso il centro è assolutamente fuori discussione». F. P. L.

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