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di DARIO CASELLI ECCO la settimana che potrebbe trasformarsi in un Vietnam, politico s'intende, per il centrosinistra.

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Provenienti dall'ala radicale dello schieramento, e che sul decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali (vedi Afghanistan) potrebbero tirare un brutto scherzo alla maggioranza. Archiviata la sbornia dei Mondiali per l'Unione ora si tratta di ritornare alla dura realtà. Quella del decreto Visco-Bersani, del rifinanziamento delle missioni internazionali ed infine della discussione sul Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria. Su questi tre punti da questa settimana il Governo si giocherà gran parte della propria credibilità, sia nazionale che internazionale. Ma c'è anche molto di più: la prospettiva di guardare al futuro con maggiore serenità potendo contare su una maggioranza meno ballerina. Un test per capirne tenuta e autonomia di decisione dalle frange estreme dello schieramento. Ma non sarà facile. E i timori sono tanti. Iniziando proprio dal decreto Visco-Bersani, quello che per intenderci avrebbe dovuto immettere nel mercato italiano i primi accenni di liberalizzazione e che da domani inizierà il suo cammino in Commissione Bilancio al Senato. Un'operazione che alla lunga si è svelata come marketing politico e come il tentativo di colpire quei settori del ceto medio orientati verso la Casa delle Libertà. A questo si aggiunge l'ondata di proteste dei tassisti, da giorni in sciopero, dei farmacisti, che mercoledì inizieranno le loro agitazioni e degli avvocati, fermi da dodici giorni. E se questo non bastasse ci sono le sofferenze dell'Aula, quelle delle commissioni di Palazzo Madama dove per ben tre volte la maggioranza è andata sotto: in Commissione Industria con il voto favorevole del senatore italo-argentino, Luigi Pallaro, ormai sempre più vicino al centrodestra, nella Commissione Giustizia e l'ultimo in quella Finanze dove solo l'intervento del presidente Benvenuto ha consentito alla maggioranza di evitare una secca bocciatura optando per il rinvio della discussione. Altra insidia «vietnamita» il decreto sul rifinanziamento delle missioni internazionali che inizierà il suo iter martedì a Montecitorio. In realtà gli occhi sono già puntati a quando il decreto approderà a Palazzo Madama. È lì che si giocherà la partita decisiva. Infatti se sull'Iraq si può dire che la maggioranza abbia raggiunto un consenso unanime, è sulla missione in Afghanistan che l'Unione si sta impiccando. L'intervento ammonitore del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha richiamato la maggioranza ad una compattezza in politica interna pena nuove elezioni, non ha risolto tutti i nodi. Anzi con il passare dei giorni la crisi sembra allargarsi. La mozione che accompagnerà il decreto continua ad essere messa in discussione dai dissidenti dell'ala radicale dello schieramento di centrosinistra che proprio sabato scorso si sono riuniti per fare il punto della situazione. Il timore di essere «abbattuti» a Palazzo Madama si fa sempre più incombente. Soprattutto in Rifondazione Comunista le acque sono molto agitate. A mettere sotto pressione il partito la minoranza interna che fa capo a Ferrando ed i trotzkisti. Lo «show down» su quello che sarà il comportamento di Rifondazione al momento del voto potrebbe arrivare proprio oggi nel corso della direzione nazionale in cui si darà mandato ai gruppi sull'atteggiamento da tenere in Aula anche se le minoranze già avvertono che «lunedì si discuterà, ma poi ci sono anche gli altri giorni della settimana per rimettere in discussione eventuali decisioni». Intanto in questa situazione critica si sta facendo largo l'ipotesi di blindare il decreto con un voto di fiducia al Senato che permetterebbe di mettere il Governo al riparo da brutte sorprese. Ma sarebbe davvero l'ultima spiaggia. Ed infine a completare la «giungla vietnamita» dell'Unione la discussione sul Dpef che inizierà martedì al Senato nelle Commissioni Bilancio, Difesa e Finanze. Invece mercoledì 19 la palla passerà alla Commissione Bilancio della Camera. Anche qui la maggioranza deve fare in fretta per trovare la quadra e mettere a t

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