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Rifondazione in imbarazzo: non può «tradire» la sua storia Cannavò (Prc): rivedere il decreto che riguarda i trasporti

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Dopo le prese di posizione decisamente antigovernativa de «Il Manifesto» e di Liberazione» (quest'ultimo quotidiano del Prc, cioè di un partito di governo), giungono altre critiche al dl del ministro per lo Sviluppo Economico. Da parte del ministro della Giustizia Clemente Mastella c'è la volontà di rinnovare ma non abolire gli ordini professionali. Così il Guardasigilli ha risposto a Montecitorio a una interrogazione di alcuni parlamentari della Lega Nord che chiedevano chiarimenti sulla sua posizione rispetto al decreto sulla competitività. Il Guardasigilli ha parlato di «fisiologica dialettica all'interno della maggioranza» e non ha negato che in un sistema basato sulle coalizioni ci possano essere «qualche riluttanza», «rilievi», e «distinzioni» ma «spero non separazioni». «Gli atti del governo sono collegiali quindi anche quest'atto che ha come obiettivo il rilancio dell'economia e degli aspetti sociali del paese ha un suo rilievo collegiale», premette Mastella. «Mi assumo le mie responsabilità perchè sono all'interno del Governo: qualora sincerassi diversità rispetto alla collegialità me ne assumerei di conseguenza tutti gli effetti di natura politica». In ogni caso il provvedimento varato dal governo non mette in discussione gli ordini professionali: «Non c'è il desiderio di ottundere la volontà degli ordini, di rinchiuderli all'interno di un proprio perimetro. C'è la volontà del Governo - precisa Mastella - di adeguarsi alla norma europea per rendere l'utente centrale rispetto a processi farraginosi, presi da lacci e laccioli. Abbiamo voglia di non abolire gli ordini professionali». Il Guardasigilli ha quindi annunciato di aver già avviato il dialogo con gli ordini professionali. E ieri ha incontrato il presidente dell'ordine degli avvocati di Roma, Alessandro Cassiani. D'accordo con Mastella il ministro delle politiche giovanili, Giovanna Melandri: «Sarò al fianco del collega Mastella nell'operazione di rimozione di quei colli di bottiglia che impediscono che nell'accesso alle professioni liberali oggi come oggi in Italia il merito venga valorizzato come necessario», ha detto nel corso dell'audizione in commissione affari sociali della Camera. Di revisione del decreto parla, invece, Salvatore Cannavò, deputato del Prc ed esponente dell'area di minoranza Sinistra Critica: «Sono d'accordo con il responsabile Lavoro del Prc, Ugo Boghetta: il decreto in merito al settore trasporti ed ai taxi va rivisto. Occorre dividere le liberalizzazioni che riguardano le professioni dagli interventi che riguardano il lavoro, anche di artigiani come i taxisti. Il governo - aggiunge Cannavò - nella foga di far passare la filosofia delle liberalizzazioni ha sottovalutato il loro impatto su settori di lavoratori, per quanto autonomi, come i taxisti e così facendo ha complicato la situazione». E, in un'intervista, il leader no-global Francesco Caruso (Prc) ha detto che «non si potrebbe tollerare che il centrosinistra avesse lo stesso atteggiamento del centrodestra, la chiusura, magari la repressione...», ha detto, esprimendo la sua solidarietà ai tassisti e chiedendo la modifica del decreto Bersani. L'avvio delle «concertazione regionale» per risolvere la vertenza dei tassisti che protestano contro il dl sulla liberalizzazione delle licenze è chiesta dal senatore dell'Ulivo Giorgio Pasetto, responsabile trasporti della Margherita. Secondo il responsabile Trasporti della Margherita «serve adesso un rilancio a livello regionale della concertazione» visto che «le regole nazionali sono state definite e sono adesso i Comuni a doverle applicare». Anche se «è certamente opportuno - conclude Pasetto - il tavolo di concertazione nazionale. Ma per evitare che la portata del decreto si possa ridurre, è necessario aprire un tavolo di concertazione in ogni regione italiana al fine di concertare con le categorie i modi e i tempi per applicare le nuove disposizioni».

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