Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'ex sindacalista Giuliano Cazzola contro il «metodo-Bersani»

default_image

  • a
  • a
  • a

Ed è stato sindacalista della Cgil dal 1965 al '93. Eppure Giuliano Cazzola condanna senza esitazione lo sciopero selvaggio dei tassisti. Ma anche il «metodo-Bersani». I conducenti dei taxi stanno creando il caos nelle città. È legittima la loro protesta? «Più autorevolmente del sottoscritto si è pronunciata la commissione sugli scioperi nei servizi pubblici precisando che anche i tassisti devono attenersi alle regole e che le attuali forme di lotta possono essere sanzionate e sottoposte alla precettazione. Purtroppo però i tassisti non sono i primi ad aver violato le regole in una situazione di generale impunità. Si pensi - è un fatto recente - al marcato assenteismo verificatosi nei giorni scorsi all'Alitalia o ai frequenti blocchi stradali o ferroviari a cui assistiamo sempre più impotenti Scioperano i ferrovieri e la sinistra si mobilita ma, ora che è al governo, scioperano i tassisti e vengono ignorati... «Certo, se queste vicende si fossero svolte durante la passata legislatura sono convinto che la sinistra avrebbe appoggiato le "sacrosante lotte" dei tassisti contro il "governo conculcatore dei diritti dei lavoratori". Ricorderà la vertenza degli autoferrotranvieri che lasciarono a piedi intere cittadinanze alcuni inverni fa? Io però trovo che ci sia parecchia ragionevolezza in chi sostiene che non si può ridurre a suon di miliardi di investimenti di mezz'ora un tragitto ferroviario, poi restare un'ora in fila alla stazione per prendere un taxi». Prodi ha detto che intende andare avanti senza lasciarsi condizionare. Non è un atteggiamento dirigista? «L'atteggiamento di Prodi mi ricorda quello di Berlusconi quando era in ballo la revisione dell'articolo 18 dello Statuto. Il Cavaliere ieri aveva ragione come Prodi oggi. Ma non vorrei che la vertenza dei tassisti diventasse una specie di articolo 18 per il centrosinistra. In ogni caso, Prodi ha torto sul piano del metodo. Perchè non si possono usare due pesi e due misure: tappeti rossi ai sindacati confederali (a cui ci sarebbe da chiedere ben più che ai tassisti) e calci in bocca ad altre categorie. Prenda il caso tipico dei giornalai. Non sono stati toccati, soltanto perchè sono in larga maggioranza organizzati dalla Cgil. Oppure il caso dei medici convenzionati con il Servizio sanitario che sono praticamente in regime di numero chiuso, alla faccia dei medici giovani che devono star fuori dal sistema a mangiare pane e cicoria...Non è forse una situazione che grida vendetta come quella di altre categorie di professionisti?» Cosa ne pensa del fatto che le liberalizzazioni le sta facendo la sinistra invece che la Cdl? «Me ne dispiace. È stato un errore per la CdL che ora è in imbarazzo perchè non può mettersi ad inseguire le corporazioni o crogiolarsi nel «benaltrismo». Pensi che nel blocco di provvedimenti della fine del 2005 sulla competitività c'era una delega per la riforma delle professioni che poi venne stralciata e abbandonata. È stato sbagliato perdere queste occasioni». Il garante ha detto che lo sciopero è illegittimo. ma come è possibile cambiare le regole dall'oggi al domani facendo diventare carta straccia le licenze? I tassisti dovevono aspettarsela. Ricorda che le problematiche su cui è acceso lo scontro oggi furono oggetto di una vertenza molto aspra con la giunta Rutelli? Poi sotto sotto accadde che alla delibera liberalizzatrice non fosse data applicazione. Quanto agli interessi legittimi dei taxisti, il solo modo per tutelarli è un ragionevole negoziato. Il governo deve dialogare, ma i taxisti devono sapere che la loro posizione non può essere quella di assoluta difesa dell'esistente.

Dai blog