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Gli italiani bocciano D'Elia in Parlamento

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È la sintesi di un sondaggio commissionato dal Sindacato Autonomo di Polizia che vorrebbe il deputato della Rosa nel Pugno fuori dal Parlamento con il conseguente ritiro della carica di segretario di Presidenza della Camera. Sergio D'Elia, nel 1983, era stato condannato per gravi reati di terrorismo, per l'assalto al carcere di Firenze in cui rimase ucciso l'agente Fausto Dionisi. Inoltre sul sito internet radicalparty.it, si legge che «D'Elia è un antico membro di "Prima Linea"», organizzazione terroristica di sinistra protagonista di oltre un decennio di fatti di sangue. Condannato a 25 anni di carcere, D'Elia ne ha scontati 12 in prigione. Nel 1986 si è iscritto al Partito Radicale, e oggi è deputato della Rosa nel Pugno, nonché segretario di Presidenza della Camera. Lo studio di consulenza Poggi&Partners ha chiesto agli italiani, su un campione di 1.500 persone, se approvano la candidatura in Parlamento di coloro che sono stati condannati per reati gravi collegati al terrorismo. Risposta? Il 94,3% non li vorrebbe candidati e il 5,7% li candiderebbe. Percentuale che la dice lunga sull'opinione che i cittadini hanno circa il «caso». L'89,9% del «campione» vorrebbe poi le dimissioni di D'Elia da deputato e il 96,4% disapprova la decisione da parte del Parlamento di eleggere D'Elia segretario alla Presidenza della Camera. Questi nuovi dati si aggiungono così alla campagna di sensibilizzazione civile e legislativa che il Sap sta conducendo da oltre un mese per denunciare all'opinione pubblica quello che il segretario generale, Filippo Santamarini, definisce «un grave vulnus a un principio base di ogni stato di diritto: la rappresentatività popolare dei propri eletti». Martedì la Camera dei Deputati dovrà pronunciarsi sulla mozione di Forza Italia che chiede al Parlamento di censurare la nomina a segretario d'aula di Montecitorio di Sergio D'Elia. In prima linea, a sostegno della mozione, c'è Sandro Bondi (FI), appoggiato da Elio Vito (FI), Luca Volontè (Udc), Carlo Giovanardi (Udc) e Antonio Leone (Udc).

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