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Piccoli: «L'eliminazione delle tariffe sarà a vantaggio solo dei poteri forti»

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Il decreto competitività, che contiene un pacchetto di misure sulla liberalizzazione delle professioni, è stato emanato d'urgenza, senza la concertazione tanto decantata in campagna elettorale. Per questo motivo si dice «sorpreso» il presidente del Consiglio nazionale del notariato, Paolo Piccoli, che per il momento non parla di sciopero («che sarebbe il primo nella storia dei notai»). Ma la decisione potrebbe arrivare in settimana quando si riunirà il Cup (Comitato unitario delle professioni). «Il decreto contiene alcune norme condivisibili, come quelle relative alla lotta all'evasione e all'elusione - spiega Piccoli - ma altre decisioni sono a dir poco contraddittorie». Quali? «Prima di tutto l'eliminazione delle tariffe minime. Dove le tariffe sono state liberalizzate si è verificato un aumento dei costi per consumatori e una diminuzione per chi ha più potere contrattuale». Sta dicendo che l'eliminazione delle tariffe avvantaggia i poteri forti? «I casi pratici parlano chiaro. In Olanda e in Danimarca le tariffe liberalizzate hanno portato a costi minori per banche e imprese. I singoli clienti invece si spaventano per ribassi troppo forti che riguardano servizi complessi come quelli professionali. Adesso i cittadini dovranno prestare maggiore attenzione alla qualità delle prestazioni». Il notariato è pronto a scendere in piazza? «Non possiamo che criticare il metodo con cui è stato approvato il decreto. Ma per il momento non vogliamo alzare barricate» Ma alcuni rappresentanti di altri Ordini hanno già parlato di sciopero... «Attenderemo la riunione del Cup in programma domani. Comunque noi abbiamo intenzione di viaggiare uniti con le altre professioni». Vi sentite traditi? «Io sono rimasto sorpreso. Prodi aveva detto che la riforma delle professioni si sarebbe fatta con il metodo della concertazione. In questo caso non è stato così, adesso auspico che si torni ai metodi promessi in campagna elettorale». Nel decreto Bersani ci sono norme che vi riguardano direttamente. È un attacco al notariato? «Non parlerei di un attacco, ma è evidente che ci sono provvedimenti poco coerenti con le caratteristiche della nostra professione». Ad esempio? «Torniamo alle tariffe. Il notaio deve esplicare una pubblica funzione che non può rifiutare. Il cliente quindi sarà l'unico a poter decidere il prezzo della prestazione. Diverso il discorso per la consulenza e la modalità con cui viene erogato il servizio. Qui può esserci contrattazione, ma questo lo avevamo già deciso con una delibera del Consiglio». Cosa pensa delle società multiprofessionali? «I notai devono tutelare l'interesse generale, ma adesso sono esposti a dei rischi perché dovranno lavorare in società multiprofessionali, in cui possono esserci ad esempio avvocati e commercialisti, addetti a tutelare gli interessi di una parte». E sull'eliminazione degli obblighi notarili nei passaggi di proprietà? «È sbagliato pensare che i cittadini risparmieranno perché le imposte di trascrizione continueranno a pesare per il 95% sui costi. Si continuerà a pagare fino a 400 euro, in questo caso c'è fatta molta demagogia».

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