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L'ultima fatica di Fini «Teniamo unita la Cdl»

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Con lui Gianfranco Fini ha viaggiato a lungo sulla tratta Roma-Bruxelles e ritorno: facevano entrambi parte della Convenzione europea che ha varato lo sfortunato progetto della nuova costituzione dell'Unione. Il leader di An è rimasto affascinato dal Dottor Sottile e dal suo sottile modo di ragionare e di procedere. Lo avrebbe voluto al Colle, lo considerava una garanzia per tutta la Cdl. Sapeva che poteva contare anche su un'antica amicizia tra il Cavaliere e Amato, risalente all'era Craxi. Un'amicizia forse, ma certamente nulla più. Ma la candidatura dell'ex premier in realtà non è mai stata seriamente in piedi. A Fini così è toccata un'altra ission impossible: tenere unita la Cdl. Che mai, nel dopo elezioni, aveva registrato livelli così alti di tensione. È stato proprio il leader di An che ha rotto il ghiaccio nel retro del palalido di Milano domenica mattina, visto che tra Casini e Berlusconi l'atmosfera s'era fatta pesante. Ed è toccato sempre a Fini prendere per mano i due chiedendo ad entrambi di sedersi attorno a un tavolo a parlare: loro due soli, faccia a faccia. Uno modo per far volare via tutte le ultime incomprensioni. Proprio per questo motivo Alleanza nazionale da subito non ha chiuso la porta a Giorgio Napolitano. Non ha contestato il valore della candidatura al Quirinale del senatore a vita pur considerando sbagliato il metodo con cui era stata avanzata. Per tutto il giorno è toccato soprattutto al portavoce Andrea Ronchi cercare una mediazione, le parole giuste e misurate per mettere tutti d'accordo. Mentre a ricoprire il ruolo dell'ariete è toccato a Francesco Storace, oramai sempre più battitore libero di An visto che è rimasto fuori da qualunque incarico di prestigio. Il capo della componente interna di destra sociale sin dal primo mattino riteneva opportuno convergere sul nome dell'ex presidente della Camera ed esponente dei Ds. Proprio per evitare che di fronte a un no della Casa delle libertà sulla sua candidatura il centrosinistra si risolva a votare da sola per Massimo D'Alema. A ruota sulla stessa linea si sono poi espressi tutti gli storaciani. Carmelo Briguglio chiedeva: «La Cdl voti subito Napolitano». Fini invece ha lavorato nel silenzio. È comparso poco. Ha provato a despistare sino a una dichiarazione del pomeriggio che diceva tutto e il suo contrario: «È un momento in cui tutti parlano con tutti», diceva. Poi in serata ha convitno la Casa delle libertà a fare un nuovo vertice per cercare di mettere tutti d'accordo. E mentre tutti suoi invitavano alla prudenza («Non c'è stato nessun accordo, state tranquilli», era la parola d'ordine interna), il leader di An provava a trovare un accordo tra Berlusconi e Casini. Intesa che è stata raggiunta a fatica solo in serata anche se ancora con qaulche perplessità della Lega. E per questo è toccato di nuovo a Ronchi provare a rasserenare il clima: ««Stiamo lavorando a una soluzione unitaria, che ricalchi il metodo che portò all'elezione di Carlo Azeglio Ciampi», erano state le sue parole.

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