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Tremonti, tregua su pensioni e fisco

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L'ex ministro dell'Economia assicura che non si vogliono fare «inciuci». E pensa a un modello europeo

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Nell'isola sabato sbarcherà Angela Merkel, la Cancelliera tedesca 51enne che da un paio di giorni è evocata in modo insistente all'interno della Casa delle Libertà. La grande coalizione lanciata da Berlusconi nella conferenza stampa del dopo elezioni è qualcosa di più di una provocazione buttata come un sasso nelle file del centrosinistra. Non è l'uscita estemporanea di chi si sente messo nell'angolo e tenta l'ultima carta. Berlusconi non si sente affatto sconfitto e, assicurano i suoi, di assi nella manica ne ha ancora qualcuno. L'operazione grande coalizione è stata studiata a tavolino da mesi con l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il coordinatore del partito Sandro Bondi. Tremonti ha dato al progetto una valenza europea. E forse è questa la chiave che renderebbe la grande coalizione più spendibile per il centrosinistra. Ed è a questo che Tremonti, con un ruolo di tessitore, sta lavorando alacremente da due giorni. Non è un caso quindi che nel salotto di Vespa, a Porta a Porta, in un serrato faccia a faccia con Massimo D'Alema, l'ex vicepremier abbia indicato il percorso da seguire scendendo nel concreto. Così al presidente dei Ds che criticava la riforma delle pensioni dicendo che «così com'è non è applicabile» Tremonti gli ha replicato che se il centrosinistra nella nuova legislatura è pronto a migliorarla «avrebbe i nostri voti». Peraltro, ha fatto notare l'ex ministro dell'Economia, la riforma del governo Berlusconi è stata promossa a pieni voti dalla Commissione Europea che l'ha considerata come la migliore fatta negli ultimi anni in Europa. Tremonti ha poi detto che da quanto emerge dal programma dell'Unione c'è il progetto di stravolgerla completamente e farne un'altra diversa in tutto e per tutto. Se così non sarà, se cioè l'Unione rispettando il giudizio di Bruxelles dovesse invece decidere di accogliere la riforma della Cdl limitandosi ad apportare alcuni miglioramenti, ecco che, dice Tremonti, avrebbe l'appoggio con il voto dell'opposizione di centrodestra. Lo stesso varrebbe per il tema del fisco che è stato il cavallo di battaglia della Cdl e su cui il centrosinistra dovrà per forza tornare e sulla politica estera. Insomma come dire che la grande coalizione a cui pensa Berlusconi non è «l'inciucio» che teme Prodi ma è una convergenza dei due Poli sui temi fondamentali per il Paese, sulle riforme strutturali. Una strategia che parte da una considerazione che va oltre la filosofia del «volemose bene». Il punto di riferimento di Tremonti è l'Europa ed è su questo terreno che sta cercando di convincere l'Unione. La tesi dell'ex ministro dell'Economia è questa: in Europa tutti i governi sono malfermi e in generale perdono. Ovunque è impossibile governare come dimostra la Germania ma anche la Francia. La soluzione tedesca della grande coalizione è la risposta europea e non domestica a un problema reale e largamente diffuso. Visto in chiave europeista un'intesa tra maggioranza e opposizione sui grandi temi sarebbe più facile per il centrosinistra da accogliere e soprattutto da far digerire agli elettori. Insomma non sarà una Bicamerale bis.

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