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È vero, la stampa è (quasi) tutta a sinistra

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I quotidiani che vendono più copie sponsorizzano smaccatamente l'Unione. Solo in tre li contrastano

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Insomma, secondo Berlusocni sarebbe in atto un vero complotto mediatico contro di lui che punta ad aprire la strada per Palazzo Chigi a Prodi. Il teorema di Forza Italia è che il salotto buono dell'imprenditoria che siede in Rcs avrebbe deciso di sbarazzarsi defintivamente di Berlusconi per ricreare quegli equilibri politici all'ombra dei quali il mondo industriale può mantenere una condizione di privilegio e godere di un sostegno. Insomma lo spettro agitato dal premier di una coalizione di centrosinistra che sarebbe in balia delle frange estreme della sinistra non fa paura. La grande industria che vede nei giornali a larga diffusione il suo megafono si rispecchierebbe in pieno nelle parole del direttore Mieli, ovvero che l'Unione di Prodi ha le caratteristiche per governare anche se al suo interno contiene forze eterogenee. Ma vediamo quello che è lo scenario dei maggiori quotidiani. Facendo un rapido calcolo delle copie vendute e delle «simpatie» sullo scacchiere dell'informazione risulta che nove copie su dieci sono a favore di Prodi. Il Corriere della Sera è il quotidiano più venduto d'Italia e con l'editoriale del direttore Paolo Mieli, come abbiamo già detto, si è schierato a favore dell'Unione. Ma questa simpatia era emersa da tempo con una serie di vignette e di editoriali che hanno preso di mira da settimane il premier. Ieri un inserto di vignette di Altan precedute da un'introduzione di Romano Prodi. Tant'è che il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto ha parlato di «un giornale-partito» che «perde il suo tradizionale stile e addirittura dà spazio anche alla satira politica militante». Il quotidiano di via Solferino è seguito da La Repubblica diretta da Ezio Mauro da sempre vicina alla sinistra «intellettuale» e particolarmente pungente nei suoi attacchi a Berlusconi. Dopo si colloca il quotidiano economico della Confindustria, Il Sole 24Ore diretto da Ferruccio de Bortoli. Da tempo con una serie di editoriali, il giornale economico ha criticato la politica economica del governo sottolineando quanto on è stato realizzato del programma e l'incapacità di ridare slancio all'economia. Al quarto posto nella graduatoria dei più venduti si colloca La Stampa che ha sempre strizzato l'occhio in modo benevolo al centrosinistra. Al quinto posto troviamo Il Messaggero. Berlusconi lo ha criticato sottolineando che il precedente direttore, Paolo Gambescia, che accusava di zsinistrismo» ha confermato la sua vocazione candidandosi con i Ds. Insomma un'altra conferma. È al sesto posto che troviamo chi appoggia il centrodestra. Il Giornale di Maurizio Belpietro fronteggia così in posizione isolata le ammiraglie che lo precedono. È seguito da Libero anch'esso schierato con la Cdl. Subito dopo però viene l'Unità. Bisogna arrivare alla nona posizione per trovare un altro quotidiano vicino al centrodestra. Il Tempo con 54.642 copie rappresenta un altro avamposto alla strategia di sfondamento della sinistra. Segue il Manifesto. Anche la stampa estera non è particolarmente tenera con Berlusconi. Basta ricordare gli articoli al vetriolo del Financial Times e dell'Indipendent. Come pure l'Economist che un paio di mesi ga dedicò un inserto alla «decadenza» del sistema Italia.

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