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E ora il bersaglio diventa Mimun

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Il primo a puntare l'indice è stato Sandro Curzi, consigliere d'amministrazione Rai, che giudica l'esibizione del ministro leghista una vicenda di cattiva politica e cattiva informazione. Pesante anche la Melandri che chiede alla Rai se è stato fatto il possibile per evitare l'accaduto. Il capogruppo ds della commissione vigilanza Giulietti pone l'accento sulla trasmissione di Mimun e chiede di sapere se fosse in diretta o in differita. Il coro del centrosinistra dunque alza i toni e cerca di friggere in padella il direttore del Tg1. Lo stesso direttore che - al contrario del Tg5 e di alcuni quotidiani - ha rifiutato di pubblicare le vignette anti-Islam. Andando perfino contro la Fnsi che difese a spada tratta i diritti a informazione e satira. Mimun in una lettera al direttore generale della Rai spiega che non c'è stato nessun accordo preventivo. Tra l'altro è giusto ricordare che la trasmissione è andata in onda mercoledì sera e nessuno si è lamentato né giovedì né venerdì. Riguardando la registrazione si vede che Calderoli tenta il blitz aprendosi un bottone della camicia, ma il suo tentativo viene subito stoppato dal conduttore e dalla regia.

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