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Prodi fa il mediatore tra Rutelli e la Quercia

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Il Botteghino tira un sospiro di sollievo dopo le critiche del leader di Dl alla «finanza rossa»

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Il Professore torna sul caso Unipol e denuncia una campagna vergognosa contro Piero Fassino e Massimo D'Alema. Parole che vengono accolte con soddisfazione al Botteghino. Nello stesso tempo il leader del centrosinistra, attaccato in blocco da Forza Italia, si ritaglia anche il ruolo di mediatore tra la Quercia e Francesco Rutelli, dopo le dichiarazioni del presidente della Margherita sul rischio di una finanza rossa, che avevano generato qualche tensione con gli alleati. «Finora constato che c'è stata una campagna impressionante e vergognosa contro Fassino e D'Alema», ha osservato Prodi, che vede tante analogie con il caso Telekom-Serbia: «Due estati fa i Tg aprivano tutte le sere con i titoli de Il Giornale che attaccava Prodi o Fassino. Non solo è stato provato dai magistrati che si trattava di calunnie, ma gli accusatori sono diventati accusati». Il Professore torna anche sulle parole di Rutelli e spiega che il problema sollevato ieri dal leader Dl è serio e va risolto: «Io credo che non debba esistere né una finanza rossa, né una bianca, né una massona. Questi discorsi devono essere separati dalla politica, ma li separano le regole e non i pii desideri». Diversi deputati dei Ds, in Transatlantico alla Camera, non nascondono la propria soddisfazione, soprattutto dopo che per settimane la Quercia ha giudicato troppo tiepida la posizione del leader. In via Nazionale (sede del partito) si sottolinea il netto passo avanti di Prodi e si nota come ieri tutto il centrosinistra sia chiaramente e in modo solidale schierato intorno al partito, visto che gli alleati dell'Unione non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alla Quercia. Insomma, sembra proprio che i diessini vedano la luce dopo giorni di tensioni e polemiche. Prodi però non si ferma alla difesa dei Ds e passa all'attacco di Silvio Berlusconi e di quello che chiama «il viaggio in procura» del premier: «In fondo è la coerenza di una vita. Dalle false promesse alle false denunce. Cambiano le strategie, ma l'aggettivo falso è quello che resta». Frasi che scatenano l'immediata reazione di Forza Italia, con i colonnelli del Cavaliere che non si risparmiano. Il portavoce del partito Elisabetta Gardini parla di «volgarità e menzogne», e Isabella Bertolini è sulla stessa linea: «La solita minestra riscaldata male. Non è credibile. A chi pensa di raccontarla? La sua mediocrità è disarmante. È il vuoto pneumatico. Da lui solo ipocrisia e menzogne». Più prudente l'ex segretario dell'Udc Marco Follini, che richiama l'appello del capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi per eliminare i veleni dalla campagna elettorale e riempirla di contenuti: «Il caso Unipol è stato uno scivolone dei Ds e a Prodi, che oggi prende le loro difese, dico che il confronto va spostato sui programmi».

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