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Bnl più lontana da Bologna

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Gli emiliani si riorganizzano

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Perché a Bologna, anche se ieri sono cambiati i vertici, non c'è nessuna voglia di rinunciare volontariamente a un progetto industriale che viene ancora definito strategico. Palazzo Koch, però, molto probabilmente non farà attendere troppo la sua decisione. Gia oggi - ma al più tardi entro fine settimana - Via Nazionale dirà il suo no (che a questo punto sembra scontato), riaprendo di fatto i giochi sui destini della banca romana guidata da Luigi Abete. Negli ambienti finanziari si scommette sull'arrivo a breve di un cavaliere bianco "tricolore" (un grande gruppo bancario o qualche Popolare, singolarmente o in pool) o su un rilancio della spagnola Bbva (che la scorsa estate aveva già lanciato un'offerta d'acquisto, poi bocciata dal mercato). Uno scenario che permetterebbe all'Unipol e ai suoi alleati di uscire in qualche modo dall'avventura romana. Non è da escludere, però, un'intesa tra Bilbao e Bologna, magari proprio con quel 10% inizialmente acquistato da Consorte per difendere l'investimento in Bnl Vita. Con uno switch, dunque, la compagnia di Via Staligrado potrebbe ricoprire il ruolo fin qui espresso da Generali nella squadra di comando. Boom in Borsa. In attesa degli eventi, Unipol ha ratificato intanto il nuovo timone della banca, e tra breve il consiglio di Holmo deciderà il nome di un nuovo ad (si parla di un manager esterno). Il mercato intanto sembra puntare sul fallimento dell'Opa per la Bnl, che lascerebbe ingenti risorse in pancia alla compagnia, diventata così una ricca preda scalabile. Ieri, al termine di una giornata di scambi intensi che ha segnato il passaggio dell'1,7% del capitale, la compagnia bolognese ha brillato in Borsa con un guadagno del 4,02% a 2,663. Il ruolo Fininvest. Sulla partecipazione della Fininvest di Silvio Berlusconi (attraverso Trefinance) nella Hopa (controllata da Emilio Gnutti e tra i protagonisti delle scalate Antonveneta e Bnl, oltre che socio di peso in Telecom), la società di via Paleocapa ieri ha precisato di aver sempre avuto «un prudente atteggiamento sulla gestione e allocazione della quota in Olivetti-Telecom». In una nota, Fininvest ha quindi respinto «strumentalizzazione» su intrecci societari e affari in comune con Unipol e quant'altri, spiegando che la partecipazione è dovuta solo alla necessità di garantire una prudente allocazione e gestione della partecipazione in Olivetti-Telecom (partecipazione oggi peraltro ulteriormente ridotta a circa lo 0,13% in seguito alla fusione Telecom-Tim). E sarà questa motivazione l'elemento che farà da guida - ha concluso Fininvest - nel decidere cosa fare in futuro della partecipazione in Hopa.

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