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La sinistra ritrova l'unione sull'aborto

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L'Udc: subito la commissione sulla 194. Per l'Osservatore Romano la legge è male applicata

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Una polemica sostenuta da parte cattolica, con l'Osservatore romano che rilancia la richiesta dei vescovi di aprire i consultori al Movimento per la vita, sostenuta dal ministro Francesco Storace. Mentre da sinistra, si paventano iniziative per manipolare la legge, e si attacca Storace per questo e per le resistenze all'introduzione della pillola abortiva Ru486. Al di là delle polemiche, il dato di fatto è che l'Udc, con il capogruppo alla Camera, Luca Volontè, ha chiesto che la commissione Affari sociali dia corso ad un'indagine conoscitiva, per fornire al Parlamento, entro gennaio, gli «elementi di valutazione» sulla «corretta applicazione» della legge. Il punto di polemica è quest'ultimo. L'Udc e chi ne sostiene la richiesta, in particolare nelle fila di An, affermano che non è in discussione la legge, ma la sua applicazione integrale. Applicazione che viene messa in questione anche dal giornale della Santa Sede, lamentando che la prevenzione si sia ridotta alla contraccezione e che i consultori si siano ridotti a «dispensatori di certificati per l'aborto». La tesi dell'applicazione senza ridiscutere la legge, non convince a sinistra. Fausto Bertinotti avverte che «la 194 non si tocca», e «va stroncato sul nascere» ogni tentativo di farlo; e Roberto Villetti, dello Sdi, attribuisce al cardinale Camillo Ruini il tentativo di «scassinare» il funzionamento della legge. Mentre un'indagine, per il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, andrebbe fatta sulla «malasanità» e le conseguenze dei tagli. E Barbara Pollastrini, dei Ds, chiede a Stefania Prestigiacomo, ministro delle Pari opportunità, di prendere una posizione chiara di fronte a quello che considera un «attacco alla libertà e alla responsabilità» delle donne. Ma anche fra i cattolici dell'Unione, l'iniziativa non sembra fare breccia: Giuseppe Fioroni, della Margherita, ricorda che l'indagine «fu già fatta dal governo di centrosinistra, promossa dall'allora ministro Bindi»; mentre i Popolari-Udeur ritengono che il discorso vada affrontato «il primo giorno della prossima legislatura». Un parere che, da un punto di vista opposto, finisce per coincidere con quello del radicale Daniele Capezzone, che chiede di parlarne dopo il voto per evitare di fare propaganda elettorale sulla materia. Quanto al centrodestra, se la Lega, con Francesca Martini, è favorevole ad una commissione sull'applicazione della legge, il partito che presenta le posizioni più articolate è Forza Italia. Il vice coordinatore Fabrizio Cicchitto giudica «ragionevole» la richiesta dell'Udc, ma precisa che a suo parere la legge «ha funzionato»; mentre Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare, ritiene che quello che c'era da sapere si sa, e si può pensare a rivedere la parte della legge che non ha funzionato, quella sulla prevenzione. Cicchitto, peraltro, boccia la proposta di aprire i consultori al movimento per la vita, sostenuta da Storace e attorno alla quale, invece, fa quadrato An. Il portavoce Andrea Ronchi, che mostra cautela sulle iniziative dell'Udc, ribadisce che non è in gioco la legge in quanto tale, ma la possibilità di un «pluralismo» nei consultori. Anche perchè, osserva Ignazio La Russa, la donna che va al consultorio non deve avere nè un «dito puntato» nè essere «incoraggiata» all'aborto. Da parte sua, Storace ironizza sulla sinistra per la quale la legge «non si tocca», ma poi presenta proposte di legge per cambiarla, come quella ad iniziativa del Verde Paolo Cento. Che, da parte sua, replica sostenendo di aver preso l'iniziativa per garantire proprio quella corretta applicazione della legge, che il ministro dice di perseguire.

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