Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Non voteremo la manovra con questi tagli»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

E il ministro per i Beni Culturali Rocco Buttiglione ha dato voce a tutta l'irritazione del partito. «L'Udc è profondamente insoddisfatta nella parte della Finanziaria che riguarda le famiglie. L'accordo politico precedentemente raggiunto è stato totalmente stravolto». «Voteremo l'emendamento al Senato — ha proseguito Buttiglione — per puro spirito di responsabilità verso la coalizione, ma annunciamo che senza modifiche alla Camera non ci sarà più il nostro voto favorevole». Secondo il ministro centrista le misure stabilite «non hanno un carattere strutturale, non si proiettano nel tempo fino al 2006 e sono talmente parcellizzate da non indicare una chiara direzione di indirizzo nella politica familiare di cui c'è tanto bisogno nel nostro paese». «Si tratta di decisioni — ha concluso Buttiglione — che disattendono le richieste e le esigenze espresse dall'associazionismo familiare. Noi chiediamo solo di tornare all'accordo politico raggiunto a suo tempo». «Per l'Udc — ha aggiunto il segretario del partito Lorenzo Cesa — resta fermo l'impegno di ripristinare alla Camera l'accordo che prevede il bonus non solo per i figli nati nel 2005, ma anche per quelli che nasceranno nel 2006. Per noi si tratta di una questione politica di principio alla quale non intendiamo venire meno». Critiche al maxiemendamento sono arrivate anche dai sindacati. «Il Governo umilia i sindacati e gli enti locali, negando il loro ruolo e la loro funzione», ha commentato il leader della Cisl, Savino Pezzotta, denunciando ancora una volta «l'inaccettabile assenza di dialogo» e lanciando l'allarme periferie anche in Italia, con gli enti locali messi sempre più in difficoltà dagli ennesimi tagli ai trasferimenti. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha parlato di «slealtà del Governo» che non mantiene gli impegni presi e mette a rischio almeno 90.000 posti di lavoro pubblici. Critiche anche da parte di Confindustria, che chiede di cambiare il decreto fiscale collegato alla Finanziaria, varato mercoledì dal Senato: le nuove norme sull'ammortamento, infatti, si tradurranno per le imprese in una vera e propria stangata da 3,5 miliardi di euro in tre anni. Lunedì ci sarà l'incontro tra i leader di Cgil, Cisl e Uil e quello degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo per ricucire il rapporto sul fronte della Finanziaria. Almeno sul terreno del Mezzogiorno che, per i sindacati, «è stato cancellato dal Governo».

Dai blog