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La par condicio fa male solo a Berlusconi

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Crosetto (Fi): «Ma perché libertà e verità sono prerogativa dell'opposizione?». Rai divisa in due partiti

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E alla fine? In Tv ognuno fa come vuole. E la par condicio non è più «par», ma è solo una fregatura. Soprattutto quando c'è l'ascolto record di mezzo. E con il Celentano show, il boom di ascolti, c'è stato eccome. Quasi 12 milioni di telespettatori e il 47.19% di share. È riuscito anche a migliorare le precedenti performance dei suoi show. Ascolti e un uragano di polemiche politiche. Con una ricaduta aziendale di grande tensione. Viale Mazzini si è spaccata in due partiti all'indomani dell'invettiva di Adriano contro il direttore di RaiUno Del Noce e dopo la professione di amicizia tra il dg Meocci e il Molleggiato. Alle testimonianze di solidarietà nei confronti del direttore dell'ammiraglia, deriso e bersagliato da Celentano, da parte di una fetta di dirigenti, da Nardello a Comanducci, ha fatto da contraltare la solidarietà espressa anche al dg Alfredo Meocci dall'Adrai e dai Cdr dei Tg Rai. E per tutta la giornata i vari direttori di viale Mazzini sono stati sollecitati a prendere posizione per l'uno o per l'altro. Insomma, c'era bisogno della par condicio anche nelle proteste e nella solidarietà. Ma a chi giova tutto questo? «È grazie a personaggi come Celentano e Santoro che la Cdl riuscirà a vincere anche queste nuove elezioni», sostiene il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. E sempre in merito alla trasmissione aggiunge: «Hanno detto che siamo un regime, ebbene vinceremo proprio perchè siamo un regime di quel tipo che permette a queste persone di dire e fare cose del genere». È d'accordo con Tremonti Guido Crosetto (Fi) della Vigilanza sulla Rai: «La trasmissione di Celentano è un epitaffio per tutti coloro che in questi anni hanno urlato alla censura. Ma - osserva - si è scatenato un dubbio inquietante e profondo: che cosa è la libertà? O la libertà è solo di sinistra? Si è liberi - aggiunge Crosetto - solo quando si può dire che le cose di centrodestra fanno schifo perchè si abita in una villa in mezzo al verde? Se la libertà, così come la giustizia o come la verità, diventa proprietà di una parte politica, allora il paese fa seriamente un passo indietro». E la par condicio allora non esiste, se diventa prerogativa per dare addosso solo ad una parte sola. Insomma, la prima puntata di Rockpolitik ha aperto il vaso di Pandora di ogni polemica sulla Rai e l'informazione. Pippo Baudo, dal canto suo stronca la trasmissione. «Mi è sembrata una serata molto ansiosa, piena di rancori, di spaccare il mondo, di essere fuori dalle righe», dice il conduttore, secondo il quale nei confronti del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce c'è stata «troppa animosità». E Santoro? «L' ho trovato molto imbarazzato - risponde - Avrei anche chiesto scusa al milione di elettori gli hanno dato i voti». Alla fine conclude Baudo: «Mi ricorda Quinto Potere, dove Peter Finch per non far calare gli ascolti si suicida in diretta. Il finale è: diamoci una calmata». Sullo sfondo resta la questione della revisione della legge sulla par condicio che, dopo essere stata sollevata dallo stesso Berlusconi, sembra trovare nuova forza da queste polemiche, visto che per la Cdl Rockpolitik ha fatto opera di denigrazione del governo, o, come dice il ministro Enrico La Loggia, una vera e propria propaganda per l'opposizione. Ma se la par condicio è un escamotage solo per «difendere»» la sinistra, secondo Maurizio Gasparri di An, Mediaset dovrà comunque spiegare perché ospita il segretario Ds Piero Fassino senza contraddittorio a «C'è posta per te» dalla De Filippi. Giu.Cer.

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