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Il sindacato minaccia lo sciopero generale

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Ancora, quindi, nulla di deciso. Ma l'orientamento dovrebbe essere l'avvio della mobilitazione fino ad una iniziativa a carattere generale entro la prima metà del prossimo mese. I sindacati hanno già fatto sapere di ritenere opportuna anche un'alleanza con gli enti locali impegnati nella loro battaglia contro i tagli. Allo stesso tempo comincerà il pressing perché il testo del provvedimento sia modificato durante l'iter parlamentare. La convinzione di Cgil, Cisl e Uil è che la manovra economica avrà conseguenze pesanti sul piano sociale. E ancora ieri, in una lettera indirizzata ai ministri dell'Economia e del Welfare, Giulio Tremonti e Roberto Maroni, hanno stigmatizzato il fatto che mancano i soldi, almeno 600 milioni, per gli ammortizzatori sociali per i settori e le imprese esclusi dal regime generale. Nel mirino anche le misure che riguardano la pubblica amministrazione, dove almeno 74 mila precari si stanno preparando a diventare disoccupati, come ha affermato il coordinatore del dipartimento lavoro pubblico della Cgil, Michele Gentile. Questo mentre non si menzionano, «tra i tagli della politica - ha osservato il sindacalista - le retribuzioni dei ministri e del Presidente del Consiglio, che non vengono tagliate». Il giudizio fortemente critico delle misure previste dalla Finanziaria è stato ribadito dai segretari generali. A parlare di una Finanziaria «totalmente inaccettabile» è stato Epifani, secondo il quale essa «merita una risposta forte», che dovrà decidersi unitariamente. «Insieme agli enti locali - ha detto Pezzotta - potremmo mettere in campo una iniziativa comune e, poi, se ci sbatteranno ancora la porta in faccia, ci sarà anche lo sciopero». Mentre Angeletti ha rilanciato la proposta di non tassare per tre anni gli aumenti salariali. Anche l'Ugl (il sindacato vicino ad An), con il segretario generale Stefano Cetica, ha annunciato che sarà contrastata «con forza una manovra economica che non affronta le emergenze sociali in atto, e trascura interventi di alto valore politico e morale come la tassazione delle rendite finanziarie».

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