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L'unità socialista è ancora lontana

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Sul palco, seduti uno accanto all'altro, Enrico Boselli, presidente dello Sdi, Gianni De Michelis, segretario del Nuovo Psi, e Marco Pannella, leader dei Radicali. Tutti e tre riuniti al teatro Capranica di Roma per discutere della possibilità di riunire le due strade socialiste in un progetto laico e riformista e radicale. Tutti e tre con molta voglia di dialogare e di cercare un'intesa, ma costretti a registrare distanze che restano ancora grandi, forse troppo. Il primo a prendere la parola è Enrico Boselli. Il suo è un discorso schematico, scritto in cinque cartelle, ma che in poche righe racchiude l'obiettivo dello Sdi. «Noi abbiamo sempre detto che, se il Nuovo Psi si fosse ricollocato a sinistra, l'unità socialista sarebbe stata bella e fatta». Poche parole che Boselli riesce appena a pronunciare prima di essere interrotto da fischi e da applausi. Pausa di silenzio e poi di nuovo l'affondo: «Non ho cambiato questa idea. Del resto la strada dell'unità si è aperta quando all'interno del Nuovo Psi è venuto maturando il tema di una ricollocazione nella sinistra italiana». Se Boselli incita a mettere fine all'«anomalia che vede una parte dei socialisti militare a destra», De Michelis, in un discorso fiume, indica quali sono le priorità del Nuovo Psi: «No ad un cambio di casacca, identità e autonomia, ma soprattutto, per parlare di unità socialistà, fine del bipolarismo, un sistema bastardo, e votare la modifica alla legge proporzionale». De Michelis lancia la sfida: «Non accettiamo purgatori o discriminazioni. Dobbiamo essere tutti per uno e uno per tutti. Lo Sdi agisca di conseguenza». L'unico che prova a tendere la mano ad entrambi i partiti è Marco Pannella. Il leader dei Radicali, se da un lato chiede «risposte a Prodi, dicendosi scettico sulla possibilità che il Professore sia realmente interessato al progetto», non manca di sottolineare che l'animo dei socialisti è «legato al sistema elettorale di tipo anglosassone e non basato sul proporzionale». Boselli e De Michelis delineano le posizioni ufficiali dei loro partiti, ma il segretario del Nuovo Psi è duramente criticato da Saverio Zavettieri che con Bobo Craxi, assente all'incontro, è tra i fautori del passaggio immediato del Nuovo Psi nell'Unione. Di opposto parere Stefano Caldoro, ministro per le Attività produttive, che non accetta l'approdo nell'Unione, che «non è la casa del Nuovo Psi».

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