Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Forza Italia sbotta: «Marco spieghi cosa vuole»

default_image

  • a
  • a
  • a

Se ne incarica il coordinatore Sandro Bondi in persona, ma solo dopo essersi consultato con Berlusconi, tornato a Milano dalla sua vacanza in Russia. «Se Marco Follini fosse disponibile a spiegare con chiarezza in che cosa consisterebbe questo grande, grande cambiamento da parte di chi ha governato il Paese per quasi cinque anni - ha detto Bondi -, forse questo confronto sarebbe meno logorante e paradossale». L'irritazione nell'entourage di Berlusconi, che considera quella di Follini una nuova provocazione, è evidente. Ed è sempre Bondi a mettere in guardia sul rischio, secondo lui fin troppo concreto, che «non si operi affatto per la vittoria della Cdl bensì per il suo progressivo indebolimento». E anche il vicecoordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto ha attaccato Follini. «L'amico Follini - ha affermato - sbaglia analisi e quindi le conseguenze politiche. Berlusconi non è una fase transitoria da archiviare ma il leader che ha saputo mettere insieme tutte le forze moderate e liberali del Paese portandole due volte alla vittoria». La sfida con l'Udc è stato quasi sicuramente uno degli argomenti dell'incontro che si è svolto ieri sera ad Arcore tra il presidente Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Roberto Maroni (con Giulio Tremonti in collegamento telefonico). In realtà si trattava di un incontro preparato da giorni anche per discutere del destino del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e della "mini-crisi" in Regione Lombardia (dove Roberto Formigoni ha tolto le deleghe all'assessore leghista Alessandro Cè). Gli unici ad ostentare ottimismo, di fronte all'ennesima offensiva centrista, sono invece i vertici di An. La volontà è quella di cogliere la «pars costruens» del ragionamento di Follini, cioè la fedeltà al centrodestra e l'impegno per la vittoria elettorale, sottolineando il valore aggiunto che la coalizione unita rappresenta per tutti gli alleati. A dettare la linea è il portavoce Andrea Ronchi, su indicazione di Gianfranco Fini, che già lunedì aveva fatto un appello al dialogo. «L'impressione - ha detto Ronchi - è che la ragionevolezza prevalga. Del resto, non potrebbe essere altrimenti. Proseguire insieme il percorso per vincere la sfida del 2006 e continuare a cambiare l'Italia è la missione della Casa delle Libertà». Parole di tutt'altro tenore, rispetto a quelle di Bondi. La verità è che An, a sentire quello che si dice in via della Scrofa, punta al suo ruolo di mediazione. E sarebbe pronta ad aprire un confronto con l'Udc sulla legge elettorale, che i centristi vorrebbero cambiare con un sistema proporzionale, a patto che il discorso sul candidato premier venga lasciato cadere. L'analisi e la strategia di Fini, però, non trova tutti d'accordo. La Russa, Gasparri, Urso, con vari accenti, invitano a mettere la parola fine al «tormentone» del candidato premier, dando un giudizio non certo positivo delle nuove dichiarazioni di Follini. E invocano un vertice dei leader per fare chiarezza. La Lega, dal canto suo, reagisce ribadendo il sostegno a Berlusconi. Il candidato del Carroccio per le Politiche del 2006 sarà l'attuale premier e a sancirlo «ufficialmente e formalmente» sarà il Consiglio Federale convocato da Bossi per lunedì. «La discontinuità nella Cdl - ha argomentato il ministro per le Riforme Calderoli - deve venire dai contenuti e non dalla scelta del premier».

Dai blog