
E DUE.

In realtà, il ministro della Politiche Agricole e la sua (ex) corrente, Destra Sociale, non avevano certo fatto segreto della loro intenzione di promuovere un'astensione consapevole e attiva in vista del referendum del 12 giugno. Ieri, al teatro Capranica di Roma, il «comitato militanti per la vita» è uscito «mediaticamente» allo scoperto. L'occasione è stato un convegno (organizzato con la collaborazione dell'associazione culturale e del mensile Area) dal titolo inequivocabile: «Sulla vita non si vota - referendum sulla procreazione assistita le ragioni dell'astensione». Sul palco oltre ad Antonio Buonfiglio, presidente del comitato, giornalisti (Luigi Amicone e Renato Farina), medici (Paola Binetti e Francesco Maneschi), don Maurizio Calipari, Laura Palazzani, docente di filosofia del diritto presso la Lumsa di Roma e la principessa Alessandra Borghese. In platea il sottosegretario Alfredo Mantovano, Teodoro Buontempo, Gennaro Malgieri, Riccardo Pedrizzi e il ministro Alemanno. «La nostra scelta - ha spiegato - è quella di non andare a votare e di rifiutare questi quesiti perchè sono ingannevoli». Ma al minsitro spetta soprattutto entrare nel merito della frase di Gasparri («nessuna legge è intoccabile») che ha aperto un acceso dibattito sul tema della revisione della legge 194. «La legge sull'aborto ormai è consolidata, non è in discussione, come altre legge preesistenti, e non si tocca. Con l'astensionismo si sta rifiutando il tentativo di cancellare una legge buona che è stata fatta e che potrà anche essere migliorata in Parlamento, ma si parla solo della legge 40».
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