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Un museo virtuale per vedere anche quel che non c'è più

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«Il Baghdad Museum, riproposto all'attenzione mondiale dal saccheggio subito nel 2003 e dalle gravi condizioni in cui versa ancora oggi - è ancora scritto - è sicuramente uno dei più importanti musei del mondo». «In attesa del ritorno alla normalità - si legge infatti - e al fine di colmare il vuoto attuale, il progetto si ripropone di offrire tanto al pubblico che agli studiosi un "museo virtuale", nel quale raccogliere ed esporre i reperti ancora disponibili e quelli purtroppo perduti al museo di Baghdad». Il costo totale del progetto è di 805mila euro. La prima parte è di 97mila. Di cui oltre la metà, circa 50mila, andranno via per lo studio di fattibilità. Altre 3384 serviranno alla missione di un esperto nella capitale irachena per dieci gironi, altri 11mila per pagargli il biglietto Roma-Amman-Baghdad-Roma, mentre altre 1300 occorreranno per il pernottamento ad Amman. Poi ci sono da pagare 4584 euro per l'assicurazione, 1600 per il traduttore (840 euro all'ora per cinque ore per otto giorni), 5000 per l'affitto di un pulmino. Ma chi pensasse che l'Iraq sia economico e che una camera d'albergo si trova a poco prezzo si dovrà ricredere perché i costi sono tipicamente ocidentali. Una camera d'albergo infatti costa 100 euro a notte, mentre per la cancelleria si prevede di spendere 2755 euro. E ancora non si è messo a terra un mattone. Bisogna assumere una segretaria (15500 euro), un assistente scientifico (20500), un assistente informatico (20500), un esperto in relazioni esterne e due consulenti giuridici (8000) più acquisti vari e si arriva a un totale di altri 1456mila euro. Per l'acquisizione documentale sono necessari invece otto laureati italiani e quattro iracheni (61mila), dieci studiosi di fama internazionale specializzati in storia (180mila), un architetto (12500), un fotografo (15mila) e un operatore televisivo (30mila), computer, macchine fotografiche e affini. E sul conto ci vanno altri 333mila euro. Quindi occorrerà definire criteri e contenuti del museo e inviare altre quattro persone tra cui un esperto multimediale e un project manager. E vanno via altri 74mila euro. Infine, per non far mancare nulla, si deve preparare il demo. Per il quale saranno impegnati un esperto nella progettazione informatica, un archietto specializzato in musei, due modellatori, servizio traduzioni, un regista, sei attori e un consulente musicale. Una parte del film è girato a Roma, quindi bisogna pagare vitto e alloggio a sette iracheni per un totale di altri 155mila euro. Totale, 805mila appunto. F. D. O.

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