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Marciano a Roma i familiari degli ostaggi

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Le forze politiche si dividono sulla opportunità di partecipare a una inziativa che sa di ricatto

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Il percorso sarà brevissimo: i parenti di Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, andranno da Castel Sant'Angelo a piazza Pio XII, davanti a via della Conciliazione: poche centinaia di metri. Il gesto dei familiari ha comprensione e stima profonde e universali. Il mondo politico però, che ha responsabilità diverse, pur dando sensa riserva solidarietà alle famiglie, si divide sulla opportunità di partecipare o meno. Il rischio di apparire deboli di fronte all'ultimatum dei terroristi e di subire strumentalizzazioni di segno opposto costituisce il discrimine fra le posizioni. Marceranno, dietro la bandiera della pace, i leader dei Verdi Pecoraro Scanio, di Rifondazione Bertinotti, dei Comunisti italiani (ma non Cossutta), molti parlamentari del Correntone Ds, Occhetto e Di Pietro; la sinistra del centrosinistra, che raccoglie l'appello lanciato dai leader del movimento pacifista: Strada, Agnoletto, don Ciotti, padre Zanotelli. Tra i Ds dovrebbero esserci Bersani, Morri, Sereni, Angius: tutti della segreteria, mentre Fassino ci sarà «con il cuore». Nella Margherita, «la politica non c'entra», afferma Castagnetti e «deve restare un passo indietro», per Franceschini. Ma Rosi Bindi, anche lei dielle, non vede alcuna difficoltà nella partecipazione a una manifestazione per la pace: «Non sarebbe la prima volta». Non la pensa così Intini. «Le forze politiche di maggioranza e opposizione - afferma il capogruppo dello Sdi alla Camera - fanno bene a non lasciarsi dettare le scadenze politiche dai ricatti dei terroristi». Sulla stessa linea Cossutta e D'Alema. «Capisco il dolore delle famiglie - dice il presidente del Pdci - Manifesto per la pace, ma non sono i rapitori che devono dirmi come e dove farlo». «È una forma di rispetto: non dobbiamo rischiare strumentalizzazioni», spiega D'Alema. Nella Cdl, Forza Italia, An e Udc sono solidali con le famiglie degli ostaggi, ma non si uniranno alla manifestazione. «Non vogliamo strumentalizzazioni», avverte Landolfi. Mentre la Lega boccia il corteo: «Una stupidata - la liquida Calderoli - Una risposta in positivo alle richieste dei terroristi. Dovrebbero prendere esempio dalle famiglie dei caduti di Nassiriya...». E il governo? «Non deve marciare, ma agire», dice Castelli. «Non possiamo accettare ricatti, forse salverebbero gli ostaggi ma non consentirebbero la sicurezza per il futuro - gli fa eco Buttiglione - Su questi temi è bene che il governo taccia». Mentre Tremaglia - il ministro per gli italiani nel mondo la cui partecipazione era annunciata come possibile da La Russa - risponde seccato che «deciderà domani». Ma non sarà facile la partecipazione del centrodestra. «Non oseranno dire che l'occupazione dell'Iraq è una cosa giusta...», sostiene Pecoraro. La manifestazione, aggiunge Cento, sarà «una grande occasione umanitaria per chiedere la liberazione degli ostaggi, ma anche per denunciare la tragedia di Affluì, dove le truppe di occupazione americane hanno prima bombardato e ora rastrellano la popolazione civile». Non si fa attendere la replica della maggioranza, con La Russa che invita il centrosinistra a non usare gli ostaggi «per fare campagna elettorale». Un'altra forma di partecipazione all'angoscia dei familiari degli ostaggi è quella scelta da Bondi e Volonté. «Partecipo pregando - dice il coordinatore di Fi - ma le istituzioni e le forze politiche devono respingere e non subire il ricatto dei terroristi». E anche il capogruppo dell'Udc ricorda l'invito del Papa a schierarsi per la pace «con la forza della preghiera».

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