Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

UN TRICHECO di carta stampata con tanto di occhiali da vista, un microfono al posto del naso e due penne al posto dei baffi.

default_image

  • a
  • a
  • a

30.Il «tricheco» in questione è Pierluigi («Pigi») Battista (editorialista di razza della Stampa, Panorama ed Epoca) che arriva alla guida della striscia dopo le polemiche sollevate dalla presidente Annunziata sull'ipotetico no dell'azienda a giornalisti «non graditi al governo», su tutti De Bortoli. Ma Battista assicura che a togliergli «il sonno» è un'altra sfida: «Mettere in luce su argomenti diversi opinioni difformi, anche sgradevoli e pericolose» e «garantire in prima persona l'equilibrio». Di eredità del «Fatto», però non vuole sentir parlare: «Non c'è nessuna sostituzione nè passaggio di consegne, mi è stata chiesto un programma originale». E del toto-indiscrezioni sui nomi che hanno preceduto la sua scelta, dice: «Posso dire che prima che mi chiamassero non sono arrivate telefonate da politici. Se sono un terzista più gradito rispetto ad altri giornalisti? Vorrei non farmi questa domanda. E comunque mi sembra una buona notizia il fatto che sia stata scelta una persona che non ha una targa politica, un'appartenenza predefinita, nè di maggioranza nè di opposizione. Magari una volta tanto la Rai ha fatto una cosa fatta bene». (smorfia di Del Noce: «Veramente ne ha fatte altre...»). Tutte le sere, per cinque minuti subito dopo il Tg1, «Batti e ribatti» si occuperà della notizia del giorno con uno o due ospiti, in collegamento con lo studio 11 di via Teulada. La regola di base sarà il fair play. Niente risse per Battista: «Lo scontro sarà duro ma leale: niente aggressioni o agguati, sì alle idee espresse con passionalità». Ma niente par condicio misurata con il bilancino: «La garanzia dell'equilibrio va calcolata nel suo complesso. L'importante - sottolinea - è che siano presenti tutte le voci». Battista ha poi smentito il presunto veto dell'azienda sulla partecipazione di Biagi alla striscia informativa: «Non esiste un caso Biagi relativamente. È ovvio che le porte sono aperte a tutti», ha sottolineato annunciando che nel suo programma non ci saranno «opinioni vietate». Giu.Cer.

Dai blog