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Sulle urne l'incubo del «tutti al mare»

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Saranno 4,5 milioni gli italiani che in quel week end saranno lontani da casa

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Negli ultimi dieci anni sono aumentati del 20% i vacanzieri di giugno, secondo l'Osservatorio si posso stimare in un milione e mezzo gli italiani in vacanza, in Italia o all'estero, a partire dal 5 di giugno. La chiusura delle scuole che avviene pressochè ovunque tra il 5 e l'11 giugno comporta l'abbandono delle città da parte di due milioni di persone tra madri, bambini e nonni con destinazione seconda casa. Bisogna poi contare, per l'Osservatorio, i due milioni e mezzo di weekendisti che nei fine settimana di giugno lasciano le città per un breve periodo di riposo. Complessivamente, secondo l'Osservatorio, 6 milioni di italiani non saranno presenti nella propria città in concomitanza dell'apertura delle urne. Posto che un milione e mezzo sono ragazzi di età inferiore ai 18 anni, sono quattro milioni e mezzo gli italiani che abitualmente lasciano la città in quel periodo. «C'è da considerare - ha affermato il direttore dell'Ossservatorio, Massimo Todisco - dell'anticipata apertura delle urne al sabato che non rientra nelle consuetudine degli italiani, abituati a votare domenica o domenica e lunedì. L'aver rinunciato al lunedì - secondo Todisco - vuol dire precludersi la possibilità di recuperare al voto una parte dei weekendisti. Il sabato pomeriggio inoltre sono in attività 3 milioni di lavoratori del commercio e le famiglie sono dedite allo shopping. Non possiamo chiedere -conclude Todisco - a chi ha deciso in anticipo una vacanza in quel periodo di rinunciarvi, possiamo solo auspicare che gli italiani rinuncino al week end per esercitare il diritto-dovere al voto». Ma Roberto Giacchetti, deputato della Margherita, punta l'indice su un altro aspetto: «Se l'election day costituisce già di per sè un errore - dichiara - riteniamo che la scelta di far votare il sabato costituisca anche una mancanza di rispetto ed una grave penalizzazione nei confronti dei cittadini di religione ebraica che avranno solo la domenica come unico giorno valido per esprimere la propria preferenza». «La scelta del sabato come giorno in cui andare a votare - conclude Giachetti - costituisce una chiara mancanza di rispetto: purtroppo il governo che si trova in aperta difficoltà e teme i prossimi appuntamenti elettorali pur di scoraggiare gli elettori a recarsi alle urne non si fa scrupolo di calpestarne i diritti».

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