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«Devolution o lotta di liberazione al Nord»

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La Russa: veda bene le parole del testo e non diffidi. Bondi (FI): i patti concordati saranno mantenuti

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«Io posso solo prendere atto - dice - che il programma elettorale non è stato mantenuto, capisco solo che hanno votato un patto e non lo hanno mantenuto». «Questa situazione - dice il leader della lega - può portare in breve tempo alla caduta del governo o alla fuoriuscita dei ministri della Lega dal governo». «L'assemblea federale quindi prenderà atto che non è possibile fare le riforme. E al nord - afferma - a quel punto non resterà che la lotta di liberazione: non so quanti anni ci vorranno e quanti sacrifici, ma alla fine la Padania sarà libera». Due sono i problemi da risolvere entro fine gennaio, secondo Bossi: «La devolution che è bloccata e bloccare il tentativo di riportare le competenze concorrenti allo Stato». «Abbiamo tenuto aperta l'Assemblea federale - dice - proprio per vedere se si avviava il processo federalista. Adesso siamo orientati a chiuderla entro la prima settimana di febbraio. Sono quindi fondamentali i prossimi 15 giorni». E avverte che non accetterà «un progetto che mina la devoluzione e che nel contempo riporta allo Stato le competenze concorrenti o le riporta in una roba che vogliono chiamare Senato federale solo perché tratta di competenze concorrenti e che vuol vedere la partecipazione legislativa sia dello Stato sia delle Regioni, ma che se non è ancorato al territorio riporta le competenze concorrenti allo Stato». Da An le contro-reazioni. L La Russa invita «l'amico Bossi» a parlare «dopo aver letto la relazione di Fini», e afferma che non ci sono per la Lega «ragioni per essere diffidente e ancor meno per minacciare». Matteoli osserva che «non è possibile» che l'intervento di Fini possa aver scatenato l'ira di Bossi il quale forse «fa il ventriloquo di qualcun altro» che «corrisponde al ministro dell'Economia Tremonti». Ma viene da Forza Italia la reazione-chiave all'ira di Bossi: il coordinatore azzurro Sandro Bondi dichiara che le riforme andranno avanti «senza indugi, come solennemente concordato tra tutte le componenti della Casa delle libertà. L'iter delle riforme costituzionali si è già avviato in Parlamento». D. T.

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