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Procreazione, cattolici uniti battono laici

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Parte della Margherita e Udeur votano «sì» con la Cdl. Gli sconfitti pensano al referendum ma i Ds nicchiano

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Ieri in aula a Palazzo Madama le sinistre hanno dato battaglia, usando tutti gli strumenti per contrastare l'approvazione delle legge, ivi comprese le reiterare richieste di controllo del numero legale e di voto elettronico. E non è escluso che si finisca con un referendum abrogativo, ipotesi lanciata già ieri anche se i maggiori partiti dell'opposizione, Ds in testa, si mostrano molto prudenti. La legge sulla procreazione assistita, blindata dal governo, è stata approvata con 169 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti. A favore ha votato quasi compatta la maggioranza insieme alla Margherita (17 senatori su 36), all'Udeur di Mastella e ai senatori a vita Giulio Andreotti ed Emilio Colombo. Non hanno partecipato al voto 9 senatori azzurri, 9 di An e 2 dell'Udc, e per dissenso personale nei confronti del suo gruppo la leghista Rossana Boldi. Tra i cinque astenuti uno è di An, uno dell'Udc e tre di Forza Italia. Ancora una volta quindi l'asse trasversale dei cattolici è stato vincente. Il provvedimento, che dà regole molto strette al settore della procreazione assistita finora praticamente «selvaggio», deve fare un ulteriore passaggio alla Camera per sistemare una norma tecnica che riguarda lo spostamento di alcuni capitoli di spesa dal 2002 al 2003. Per la Casa delle libertà si tratta di «una legge in difesa della vita», assolutamente necessaria per regolamentare un settore delicatissimo, oltre che in difesa delle donne come ha sottolineato nel suo intervento la sen. Alberti Casellati di FI. Nel fronte laicista del «no» (Verdi, Pdci, sinistra Ds, esponenti della Margherita), dopo aver accusato la maggioranza di voler servire la Chiesa e il Papa, si parla di referendum che si preannuncia «epocale come quello per divorzio e aborto». D'accordo anche una sparuta pattuglia di «liberal» della Casa delle libertà, a partire dall'ex repubblicano Antonio Del Pennino che in questi giorni a Palazzo Madama ha sostanzialmente animato e guidato la battaglia laicista lanciando poi l'idea del referendum. Subito per la consultazione popolare si schierano il Pdci e, fuori del Parlamento, i radicali, mentre anche Pecoraro Scanio (Verdi) approva. Non sono però affatto entusiasti i diessini: Angius non vfa più in là del possibilismo e per il coordinatore della segreteria Vannino Chiti ci vuole «calma e gesso» e bisogna «valutare attentamente» anche perché per cambiare le leggi «non ci sono soltanto i referendum». Quanto alla Margherita, i suoi esponenti vanno in ordine sparso: Bordon propone prima una legge di modifica, Enzo Bianco si sente d'accordo con i promotori. Da segnalare in aula la Lega contro il senatore a vita Emilio Colombo: quando parlerà annuncia il Carroccio, noi usciremo. Colombo POI tranquillamente interviene senza battere ciglio quando i senatori leghisti si alzano e escono.

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