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Tremonti: «Nessun rischio non c'è stata violazione»

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Ma da Roma rimbalza la voce, assai meno ottimista del ministro della Difesa italiano Antonio Martino, da sempre esponente di punta dello schieramento euro-scettico, che a precisa domanda intona il de profundis per il patto di stabilità. «Non me lo auguro ma credo sia finito». Di tutt'altro tenore i toni usati da Tremonti a Bruxelles. «La procedura adottata è perfettamente legittima e precedentemente seguita da una verifica con i giudici all'interno del Consiglio - spiega - e possiamo dire che era anche l'unica soluzione possibile e la migliore che potevamo prendere». Si è trattato certamente di una decisione politica ma, ha spiegato, «anche le decisioni politiche sono legittime e sono legali». Tremonti ha anche invitato a non drammatizzare la spaccatura tra Commissione ed Ecofin giudicandola «fisiologica», anche se ha ammesso che «pensavo fosse possibile un compromesso con la Commissione europea». Minimizza anche lo scontro tra Paesi che ha nei fatti spaccato a metà l'Ecofin evidenziando che non c'è stato alcun contrasto fra Paesi piccoli e quelli grandi In più Tremonti non dà per scontato l'addio al patto di stabilità. «Personalmente trovo che il sistema delle sanzioni abbia funzionato determinando in Francia e Germania comportamenti più conformi alle regole». Tremonti ha invece opposto un no-comment a chi gli chiedeva di commentare le parole di fuoco arrivate dalla Bce e analoga riservatezza ha mantenuto anche su eventuali conseguenze sui tassi di interesse. Positiva infine anche la valutazione sul semestre europeo che volge ormai al termine. La presidenza italiana di turno dell'Ecofin «ha centrato il 100% del suo obiettivo», ha detto il ministro dell'economia. «Siamo oggettivamente orgogliosi», ha commentato durante la conferenza stampa dell'ultimo Ecofin di questo semestre. Tra i dossier ereditati e quelli proposti ex novo «si ottiene una somma di 23 dossier: tutti e 23 trattati e conclusi positivamente». Il fiore all'occhiello della presidenza italiana è il piano per la crescita, che sarà approvato al vertice Ue di dicembre e al quale, ha spiegato Tremonti, «abbiamo aggiunto la lista quick start», che contiene l'elenco delle grandi opere che saranno varate con procedura d'urgenza. «È la decisione di politica economica più significativa dopo l'euro», ha detto Tremonti. «Segno di un impulso importante e di una comune volontà di formulare una politica economica comune». Se Martino teme per il futuro dell'Europa è invece soddisfatto il ministro degli Esteri Franco Frattini. «È stata una buona mediazione che ha tenuto conto delle ragioni di Francia e Germania senza snaturare il contenuto del patto di stabilità». P. T.

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