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Niente multa Ue per Francia e Germania

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L'Ecofin blocca in extremis la procedura proposta dalla commissione. Solbes deplora la decisione

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Un compromesso politico, contestato dalla Commissione Europea e non condiviso da tutti i Paesi dell'UE, ha poi concesso a Parigi e Berlino una più graduale riduzione dei loro deficit pubblici entro il limite del 3% del pil sancito dal Patto. Nel Consiglio Ecofin, riunitosi ieri a Bruxelles dopo una notte di negoziati informali nell'Eurogruppo, è, in effetti, mancata una maggioranza qualificata di voti che permettesse di approvare le raccomandazioni di austero e rapido risanamento finanziario proposte dalla Commissione Europea nei confronti di Francia e Germania. Allo stesso tempo, tra i ministri finanziari dell'area dell'Euro non è, però, maturata nemmeno la necessaria maggioranza per mitigare quelle raccomandazioni secondo i desideri di Parigi e Berlino, che la Presidenza italiana dell'UE era ed è poi risultata essenzialmente disposta a esaudire. Respingendo le quattro raccomandazioni che la procedura del Patto richiedeva inderogabilmente contro i due Paesi in «deficit eccessivo», l'Ecofin ha, in sostanza, fermato il conto alla rovescia che per Parigi e Berlino era ormai vicinissimo allo zero, ossia alle sanzioni pecuniarie per inadempienza degli obblighi di graduale risanamento, già imposti loro dal Consiglio Ecofin. Le mancate decisioni di ieri lasciano, però teoricamente in vigore questi obblighi per Francia e Germania, compreso quello di ridurre rispettivi deficit pubblici («strutturali», ossia al netto degli effetti negativi della congiuntura) a meno del 3% del pil entro il 2004. Poiché, secondo ogni previsione, proprio nel 2004 i disavanzi francese e tedesco eccederanno questa soglia per il terzo anno consecutivo, il Consiglio Ecofin ieri ha poi votato su attiva mediazione italiana un testo di conclusioni, non giuridicamente vincolanti, ma più permissive nei confronti di Francia e Germania rispetto alle raccomandazioni proposte dalla Commissione. Adottate a maggioranza qualificata, con i soli voti contrari dei ministri olandese, austriaco, finlandese e spagnolo, queste conclusioni sono state deplorate dal Commissario Europeo Solbes e dall'intero Esecutivo comunitario, che le ritiene contrarie «allo spirito e alle regole del Trattato e del Patto di Stabilità». Tali conclusioni, in realtà, recepiscono la recente proposta della Commissione di prorogare al 2005 l'obbligo di regolarizzazione dei deficit francese e tedesco. Nello controverso testo votato ieri, l'Ecofin, peraltro, detta a Francia e Germania nuovi obiettivi di riduzione dei loro deficit strutturali (ora del 3,9%), rispettivamente dello 0,77% e dello 0,6% nel 2004, nonché di un ulteriore 0,5% per entrambi nel 2005. In ultima analisi, le richieste politiche di graduale riduzione del deficit espresse dall'Ecofin risultano non molto piu indulgenti rispetto alle esigenze formulate dalla Commissione per il 2004 (un taglio dell'1% in Francia e dello 0,8% in Germania). I ministri finanziari dell'Ue si sono, inoltre, dichiarati pronti a votare una nuova raccomandazione contro Francia o Germania (che costituirebbe un ultimatum prima delle sanzioni), se la Commissione Europea, sulla base di un esame semestrale, ritenesse questi Paesi inadempienti nei confronti degli obblighi fissati nelle conclusioni di ieri. «Il Consiglio ha agito con grande saggezza - ha dichiarato ieri a Bruxelles il ministro dell'Economia francese Mer -. Sono soddisfatto. L'obiettivo di rispettare il Patto è stato raggiunto. Il signor Solbes è libero di pensare come vuole, ma anch'io lo sono. Questo si chiama un dibattito democratico». «È stata una decisione intelligente», ha affermato da parte sua il ministro delle Finanze tedesco Eichel, aggiungendo che per questo compromesso «l'Italia ha svolto un ruolo molto intenso».

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