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Tommasi di Vignano «Chiarimenti tardivi anche da Fassino»

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E reclama «scuse pubbliche» per «questa campagna partita da giornali e da esponenti della maggioranza». Romano Prodi comincia a preoccuparsi e quindi scende al contrattacco sul caso Telekom Serbia e per la prima volta parla a lungo della vicenda nel colloquio con Bruno Vespa riportato nel libro «Il cavaliere e il professore». «Questa vicenda mi ha cambiato la testa e l'anima - dice- Non è bello sentir dire la gente per strada: ma i soldi ce li ha lui in tasca? Li ha la moglie?». Dunque si sente un perseguitato, accusato ingiustamente di aver intascato tangenti. Alla domanda se fu mai informato delle trattative per Telekom Serbia, Prodi risponde: «Nessuno doveva informarmi, nessuno lo ha fatto». Alla richiesta di scuse, Giuseppe Consolo, capogruppo di An nella Commissione Telekom Serbia, replica dicendosi «sorpreso». «Se le affermazioni di Marini non fossero vere - aggiunge - il problema nascerebbe unicamente tra Prodi e Marini, e nessun altro. Rimarrebbe comunque l'interrogativo di fondo: perchè l'operazione Telekom Serbia? Se Prodi sapeva, come prima cosa deve scusarsi; se non sapeva dovrebbe comunque scusarsi ancor di più per aver ignorato uno sperpero di così grandi proporzioni». Anche il senatore Calderoli della Lega è convinto che Prodi non abbia alcun motivo per esigere delle scuse. Maurizio Eufemi, capogruppo dell'Udc in Commissione, si associa e respinge la richiesta di scuse. «Sarebbe un grave errore da parte di Prodi anticipare giudizi che la Commissione darà solo nella relazione finale», afferma Eufemi. Nel merito poi dell'operazione il capogruppo dell'Udc «Prodi sembra aver vissuto sulla luna». Chi la pensa esattamente al contrario è Michele Lauria, capogruppo della Margherita. Intanto Tomaso Tommasi di Vignano l'ex manager di Telecom che verrà interrogato domani in Commissione, giudica «assolutamente tardivi» gli interventi di Prodi, Dini e Fassino a chiarimento della vicenda Telekom Serbia. Il manager che nel 1997 concluse l'acquisizione del 29% della compagnia telefonica serba parla dell'operazione e dice di sentirsi «assolutamente solo» e di non aver ricevuto «nessuna telefonata in questi anni». Tommasi di Vignano ritiene «possibile» che lui abbia fatto accenno di Telekom Serbia «in termini di piano strategico» con Prodi e con Micheli, ma sostiene di non aver mai parlato di Telekom Serbia con Fassino e Dini. E ieri Piero Fassino ha ribadito la propria versione: si trattò di una normale trattativa commerciale, condotta in piena autonomia, della quale egli, all'epoca sottosegretario agli Esteri, non aveva alcun titolo per occuparsi. Giu.Cer

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